sabato 31 ottobre 2009

Post vietato ai maschietti

Qualsiasi uomo entri in questo post, è stato avvisato dal titolo, quindi chi è causa del suo mal...

Oggi parliamo di un argomento "scottante" per le donne in età fertile. Sì, avete capito bene, oggi parliamo di ciclo mensile; no, non andrò sul medico, semplicemente faremo qualche breve considerazione sui migliori amici delle donne in "quei giorni". Eh, lo so, il post sugli assorbenti non ve lo sareste mai aspettato, ma tant'è, pare che ultimamente vada di moda!!!

Iniziamo subito con la considerazione che noi, in confronto alle nostre nonne, siamo moooolto fortunate, poiché possiamo disporre di svariati tipi, forme e colori (!) di assorbenti. I vecchi assorbenti erano ricavati da brandelli di stoffa, gli usa e getta erano carissimi e in alcune zone contadine nemmeno si usavano; la nascita dell'usa e getta a basso costo è stata una vera rivoluzione.

Il contro di tutti gli assorbenti usa e getta è però la non facile smaltibilità, in termini ecologici, e il costo non veramente bassissimo.

Per le lettrici attente all'ambiente, però, sono in commercio la Mooncup, gli assorbenti in cotone e, signore all'ascolto, c'è il grande ritorno degli assorbenti in stoffa lavabili!!!

La Mooncup e gli assorbenti lavabili alla lunga sono anche un bel risparmio, ma diciamo che l'Economa non è ancora pronta a certe tecnologie avanzatissime, e rimane sul classico. Va poi detto che l'igiene personale in questo periodo è molto importante quindi l'assorbente va cambiato spesso, per evitare il rischio di infezioni.

Gironzolando per i supermercati, ha quindi notato un qualcosa di stupefacente: sono ritornati sugli scaffali degli assorbenti esterni che non si vedevano da 15/20 anni. Non hanno tutte le ultime tecnologie in fatto di filtro e fluff, ma hanno una certa efficacia. Perché ciò? Perché sono stati proposti come prodotti "primo prezzo" e le case "di marca" si sono adeguate, rimettendo in evidenza modelli "vecchio stile" a prezzo ribassato (ho trovato quelli di una nota marca a 0,49 euro, e i primo prezzo sono tutti a 0,99). Rimurginando, ne ho comprato un pacco per provarli, e devo dire che quando la situazione non è tragica o si è a casa, fanno il loro dovere egregiamente.

Ho quindi escogitato un piano.

Prodotto di marca quando si deve uscire o di notte, primo prezzo in casa, in bustina come cambio in borsa (ne ho sempre almeno 2 pronti). Ragazze, ho dimezzato praticamente le spese, soprattutto riesco ad evitare molte volte il ricorso a quelli in busta (tanto pratici quanto cari)!

Spesso poi ci sono le offerte speciali e, dato che il prodotto è non deperibile e si consuma regolarmente (oooops... mi è sfuggito), si può fare una piccola scorta.
Consiglio dettato dall'esperienza: preparate una riserva in caso di vacanza, perché i supermercati dei luoghi di villeggiatura tendono ad avere dei ricarichi bestiali proprio sugli articoli più necessari.

Se c'è ancora qualche maschietto in lettura, uomo avvisato mezzo salvato ^_^!

venerdì 30 ottobre 2009

L'eliminazione delle scorte: "eliminazione degli orrori"!

La lotta agli sprechi parte dall'utilizzo di qualsiasi cosa abbiamo acquistato-ricevuto-scambiato. Molto spesso ho sentito dire che la base per una gestione di successo delle proprie finanze è nel cervello: è vero!!!
Vi ricordate il metodo della debt snowball? Non è il metodo scientificamente più valido per smaltire i debiti (ve lo spiegherò, state sicuri), ma ha una forte componente psicologica, e vedendo i primi, anche se piccoli, risultati, siamo spinti a continuare nell'opera.
Quindi partiamo dalle piccole cose, procedendo con ordine. Come si inizia lo smaltimento? Semplice, dall'inventario!!! (Eh, lo so che sono ripetitiva).
Esempio pratico: aprire il frigo e analizzare ripiano per ripiano. Gettate i cibi scaduti, e mettete in "primo piano" quelli che giacciono lì da tempo immemorabile (il classico dei classici, pezzi di formaggi vari, la majonese, salumi, varie verdure...).
Scervellatevi per utilizzarli (seguiranno ricette, ne ho già tre in mente). Questo vi permetterà di finire tutto, capire cosa comperare e cosa no e, soprattutto, di procedere ad un'energica pulitura dei ripiani del suddetto frigo, cosa buona e giusta (se i ripiani sono smontabili, sfilateli e procedete con acqua calda e sapone per piatti, poi risciacquate ed asciugate).
Idem per il freezer (ho finito finalmente dei bastoncini di pesce che erano lì da settimane). In questo modo ho "terminato" anche tre bottiglie di bibite gassate, reperto archeologico estivo: occupavano mezza dispensa.
E poi? Passeremo ai non deperibili!

giovedì 29 ottobre 2009

Ricetta svuota frigo: il formaggio alla piastra

Abbiamo parlato dei pezzetti di formaggio che giacciono immoti in frigo, e di cui ci vogliamo sbarazzare. Una ricetta eliminaformaggi è ispirata al "Frico" friulano, e ve la propongo nella versione "Economa's Style" (in realtà, creazione del babbo).

Ingredienti base

Formaggi misti
Una padella antiaderente

Togliere ai formaggi la crosta e tagliarli in fette di 4/5 mm.
Mettere la padella "nuda" sul fuoco, e farla scaldare tantissimo (spruzzandoci sopra qualche goccia d'acqua deve "friggere"). Mettere i vari formaggi a mucchietti (uno per tipo) sulla padella, e far fondere (se il formaggio non fila, si formerà una bella crosticina croccante). Girare con l'apposita padella e far cuocere anche dall'altra parte.
Servire con patate lesse, polenta o pane abbrustolito. Millemila calorie assicurate, ma d'inverno è delizioso!

Altra ricetta di recupero: lessare delle patate, schiacciarle con una forchetta, mescolare al composto i formaggi tagliati a dadini, salare. Far scaldare in una padella olio EVO, cipolla e peperoncino, aggiungere il composto di patate e formaggio e schiacciare. Far cuocere a fuoco vivace finché non si forma la crosticina, girare con l'aiuto di un piatto e cuocere l'altra parte.
Servire come contorno "robusto" o come antipasto. GNAM!!!

PS avete la ricetta del Frico con le mele???

mercoledì 28 ottobre 2009

Il consiglio del giorno: piccoli passi di automiglioramento

Una delle cose in cui l'Economa crede fermamente è che nessuno "nasce imparato", ma con la buona volontà si possono ottenere risultati interessanti. Quindi sì all'automiglioramento!!!
Il consiglio di automiglioramento di oggi è: imparate a battere a macchina. Sì sì, avete capito bene! Riscoprite la dattilografia: scrivere al computer non guardando i tasti vi risparmia tempo, fatica e posture disastrose. Ci sono buoni metodi on line e sicuramente per casa gireranno vecchi libri delle superiori in materia. Mettetevi sotto: per me è stata veramente una scoperta!
Del resto, molti di noi passano ore al computer, quindi questa miglioria potrebbe veramente giovare.

martedì 27 ottobre 2009

L'ordine in casa: come tentare di ottenerlo

L'Economa è una Terminator, e questo penso che l'abbiate capito tutti. No, non nel senso che pensate voi ("I'll be back"), ma nel senso di Beppe Severgnini, che ne "Il manuale dell'uomo domestico" descrive varie tipologie di gestione, accumulo e smaltimento delle scorte. L'Economa rientra appunto nella categoria dei Terminator, cioè di quelle persone che provano un'immensa soddisfazione nel terminare, consumare, ultimare e infine gettare oggetti, cibi e cosmetici.
Il godimento è direttamente proporzionale a quanto la vittima della furia terminatrice mi stia antipatica, o la ritenga un acquisto sbagliato o inutile.
Questo post, ad esempio, è stato abbozzato in treno, su un quadernone A4 tedesco a spirali + anelli, con una penna blu. Io scrivo su quaderni A5 (di solito a quadretti, questo sì), con penna rigorosamente nera (e titoli rossi).
Capite quindi come non veda l'ora di utilizzare all'osso questo blocco per poi, allegramente, gettarlo.
Sed, cui prodest? In primo luogo, ad evitare gli "orrori" negli acquisti (quelle 3 maledette bottiglie di balsamo dolciastro sono quasi finite, così imparo a fare le scorte di prodotti che non conosco - sì, erano in superofferta a 1,5€, di una nota marca). In secondo luogo, a far spazio in cassetti, dispense e armadi (il che è sempre di una certa utilità). Infine, non potete capire quanto si risparmi in questo modo, sfruttando tutto ciò che si ha.
Ma come si fa a smaltire le scorte? Bhé, lo saprete presto....

lunedì 26 ottobre 2009

Il consiglio del giorno: la sindrome di Monica Geller

Ovvero, come dice sempre la maniaca protagonista di Friends, lasciate sempre un blocchetto e una penna vicino ai telefoni di casa vostra. Anzi portate sempre un piccolo set da scrittura con voi. Non saprete mai quando vi possa servire!!!
I miei sono fatti con il retro dei fogli dei calendari (tagliandoli vengono otto o sedici foglietti a seconda della misura del calendario) tenuti insieme da un'attache e matitine Ikea. Ragazzi, quanto sono utili!

domenica 25 ottobre 2009

Il consiglio del giorno: macchie su cuscini, piumoni & co.

Cosa c'è di peggio di accorgersi che abbiamo macchiato con qualcosa di grasso un cuscino, una cravatta, un divano, insomma qualcosa di difficilmente lavabile? Bene, il segreto delle macchie è agire con celerità e con sangue freddo.
Contro le macchie di questo genere c'è un fido alleato che di solito abbiamo già in casa: borotalco.
Inondare allegramente la macchia di borotalco, lasciare agire un quarto d'ora, spazzolare via il borotalco "usato", eventualmente ripetere. Il borotalco è una "spugna" molto efficace, se non toglie del tutto la macchia la ridurrà almeno di parecchio. Buona domenica!

sabato 24 ottobre 2009

Ricetta furba: i tartufini al cioccolato

La mania del riciclo dell'Economa domestica comprende anche la cucina. Nel mio piano "Proust 2009" ho inziato a cercare ricette della mia infanzia, arrivando ad un elemento ben preciso del vassoio delle pastarelle domenicali: il tartufo al cioccolato.
Una comune leggenda metropolitana diceva che fosse fatto con gli avanzi di tutte le altre pastarelle, e il suo sapore caratteristico era dato proprio da tale mèlange. Ora, a parte che per digerire un tartufo al cioccolato ci vuole uno stomaco d'acciaio temprato, va detto che la leggenda è parzialmente vera (è fatto con i ritagli delle frolle, delle sfoglie ecc. ecc. ).

Dopo una breve ricerca, ho trovato questa ricetta e, complici un pomeriggio freddo e degli avanzi di biscotti, ho fatto una prova.

Essendo una prova, ho fatto qualcosa che MAI si dovrebbe osare in pasticceria: ho usato l'occhiometro, aggiungendo un po'di cacao a tre biscotti tritati, e legando con del miele "a occhio" (non avevo marmellata aperta in casa). Il miele purtroppo viene coperto dal cacao e quindi per aromatizzare ho messo un po'di marsala.

Non avendo potuto far riposare il dolce (tutti i biscotti e/o mignon dovrebbero "assestare" i sapori), l'aroma non era sviluppato al massimo, ma, per quanto ho potuto capire con gli assaggi, è un'eccellente soluzione per "far fuori" qualsiasi rimasuglio di pane, biscotti e fette biscottate si abbia in casa. Approvato!


Quindi per legare si può usare la marmellata passata (qui si va a gusti), il miele, uno sciroppo densetto di acqua e zucchero (non uso albume crudo, che è il più neutro di tutti, perché non mi fido a mangiarlo). Si può aggiungere essenza di vaniglia, rum, marsala o cognac. Usate un buon cacao, magari a tostatura olandese, esalta tutti i sapori; fate riposare al fresco, poi passate le palline nel cacao o nelle codette (non fate palline troppo grandi, diciamo tipo una noce). Al primo assaggio tornerete alle belle domeniche con il vassoio dei dolci e alla lotta per il tartufo.

venerdì 23 ottobre 2009

Proust, anno 2009

Ovvero come un sapore, un'esperienza, un caso ci riportino all'infanzia.

Un concorso a premi mi ha spinto a comperare una certa quantità di polveri per budino, con il preciso intento di portare il prodotto finito in ufficio come pranzo (dose doppia, 250 cc di latte).

Ne ho preso alla fragola, alla vaniglia e al cioccolato e, ovviamente, ho iniziato dal cioccolato (eh lo so, chi è goloso non potrebbe MAI fare in altro modo); ho preparato il tutto, ho scodellato la lava bollente che se ne ricava in due capaci barattoli di vetro, li ho fatti stiepidire, ho chiuso con il mega tappo a vite ed ho messo in frigo. Il giorno dopo in ufficio, al primo cucchiaino, è scattato l'effetto Madeleine di Proust.
Non avevo una zia che la domenica mattina mi facesse assaggiare un dolcetto intriso nel thé al tiglio, ma quel budino freddo, nel barattolo di vetro, mi ha fatto tornare all'infanzia, quando il budino in bustina era il dolce della domenica, o meglio, uno dei dolci della domenica, spruzzato magari di quell'orribile panna spray con il tappo tondo. Ed ho ricordato anche i Findy, delle coppette di finto gelato alla vaniglia con un topping al cioccolato o alla fragola, reclamizzato dalla Pantera rosa, e le pastarelle con la glassa al cioccolato, e la zuppa inglese, e i sapori perduti delle merendine.

E, come Rossella a metà di "Via col Vento", ho deciso non di non soffrire più la fame, ma di recuperare questi sapori perduti in tutti i modi. Per il momento, budino per tutti, per il futuro, occhi sui vecchi giornali e ricettari anni ottanta, alla ricerca dei sapori di un'infanzia artificiale a base di Tegolini quadrati e Girelle coperte di surrogato di cioccolato.

E la zuppa inglese, fatta con le mie manine d'oro, a partire dal Pan di Spagna. Saprete i risultati presto. Comunque, conti alla mano, il budino al cioccolato come dessert della domenica è un'ottima scelta, se volete arricchirlo con panna montata, almeno usate quella vera. Altri consigli, budino alla vaniglia con salsa al cacao, al caramello o gelatina di pesche. Se volete le ricette dei miei topping, chiedete e sarete esauditi!

giovedì 22 ottobre 2009

Il consiglio del giorno: come levare una gomma da masticare da un vestito?

E'successo a tutti: il compagno di scuola "spiritoso" o fetente che appiccica un bel chewing gum alla nostra felpa/maglione/ai nostri jeans. Oppure sui sedili dei mezzi pubblici il bambino burlone lascia la ciunga ben masticata e mimetizzata.

Calma e ... gesso? No, calma e
ghiaccio. Se possibile, mettere il capo imbrattato in freezer per una notte o, se non lo è, applicare un cubetto di ghiaccio, e poi con molta delicatezza togliere l'obbrobrio dal capo di vestiario. Se ci va bene, verrà via tutto di un pezzo, altrimenti dovremo togliere i frammenti con le pinzette. Ovvio, munitevi di guanti durante tutte le operazioni, e se mettete il capo danneggiato in freezer, inseritelo in una busta per alimenti.
Provvedete poi ad un lavaggio con le solite modalità.

mercoledì 21 ottobre 2009

Il dramma dell'economa: il cambio di stagione

Come avete capito, l'Economa ha un po'la mania dell'archiviazione/ordine/budget.
Quindi se vi dico che ho fatto il cambio di stagione, potete immaginare che praticamente ho fatto un'operazione militare del genere inventario di un grande magazzino.

Però ho avuto delle belle soddisfazioni: ho quasi finito la scorta di saponette da albergo, liberando spazio nella mia stanza, una crema mani che giaceva lì da mesi ha finito di soffrire, il bagnoschiuma tanto odiato durerà ben poco, insomma, alcuni dei target che mi ero posta stanno lentamente avvicinandosi.

Sto ripulendo il mio file dei concorsi a premi (letteralmente un archivio) gettando scontrini e cartacce inutili, per far spazio ai nuovi concorsi. Insomma, tutto marcia per il verso giusto.

Meno... ecco, qui ve lo devo confessare, sono una donna atipica: non amo vestiti e scarpe, borse e accessori. Vesto in maniera semplice, il fine settimana sono molto "easy" ed ho un bel set di ciabatte e vestiti per casa. Allora mi sono chiesta: come organizzare un guardaroba in periodo di crisi? Avremo una serie di post su questo, perché sui giornali (gratuiti, ovviamente) se ne leggono di consigli, ma non tutti validi.

E presto inaugureremo una nuova rubrica: complice questo articolo, inaugureremo "L'angolo del consiglio dell'economa", su fai da te, piccole riparazioni e tutto ciò che serve per rimpinguare il barattolo dei risparmi!

lunedì 19 ottobre 2009

I benefici dell'economia di mercato

Ovvero quando entra la concorrenza in un mercato monopolistico, il consumatore può trarne dei grossi vantaggi.

Ho dovuto organizzare un viaggio in treno per una serie di ragioni. Le caratteristiche del viaggio sono:

  • Vagone letto
  • Viaggio all'estero
  • Una persona con una particolare tipologia di sconto.

Dati gli ingredienti, passiamo alla ricetta.

Biglietteria convenzionata con Trenitalia, signora gentilissima ed esperta, ma il cui sistema informatico non permetteva di visualizzare quando il viaggio fosse disponibile come A/R e non riusciva a far "entrare" lo sconto previsto. Tempo totale della trattativa: 15 minuti, risultato zero.

Ufficio delle ferrovie tedesche/austriache/svizzere a Roma: per lo stesso treno, tutto fatto per e mail, pagamento bonifico, assicurazione viaggio a 15 euro a persona, sconto nel preventivo proposto. Tempo totale: 2 minuti, compreso il pagamento. Ah, con il corriere e 7 euri e mezzo si ha la consegna a domicilio.

Quando succederà anche alle Poste, farò una megafesta.

domenica 18 ottobre 2009

Aggiornamenti e fattore C...

Dopo i post di costume passiamo a qualcosa di più leggero.

... qualche post or sono Yos chiedeva dove si potesse trovare un amuleto con le stesse caratteristiche del mio... In un altro si parlava di soldi trovati.


Premetto che io sono stata capace di correre letteralmente dietro ad un autobus per tentare di riuscire a restituire 10 euro caduti ad una signora (avevo visto la banconota cadere dalla sua tasca) e sono molto orgogliosa di aver portato a termine l'impresa. Idem per 20 euro, sfuggiti alle poste alla signora che mi precedeva, e per 250 euro in un bancomat (ho chiamato il cliente).

Però mi è successa qualche giorno fa una cosa bruttabellabrutta. Luogo affollatissimissimo. Vedo una carta verde ripiegata in terra, non ci volevo credere nemmeno io. La prendo e cerco di capire di chi possa essere: in quel posto, chiedere in giro se avessero perso qualcosa avrebbe solamente creato una rissa. Vabbé, giro un po'intorno, ma nulla. Torno a casa con la mia bella carta verde (nuovanuovanuova piegata in due). La mostro in giro ed ottengo reazioni stupite.
Avete capito cosa fosse la carta verde?

sabato 17 ottobre 2009

Come non finire come i Jones?

Torniamo allora al punto di partenza; lo stare al passo con i Russo/Rossi ha impedito alle vittime non solo di prepararsi a questa crisi (che oramai ha già due anni, ricordiamo), ma, dopo aver dato fondo a tutte le risorse, ora non sanno come uscirne, a danno di operai, impiegati, commessi e altri imprenditori. Quando si dice che in realtà in Italia la crisi vera deve ancora arrivare, è vero: fino ad oggi hanno provato a tener su i consumi in ogni modo, ora, finite le casse integrazioni, i prestiti, le risorse (i compro oro stanno uscendo fuori come funghi e il Monte di Pietà di Roma è pieno come non si vedeva da anni), inizierà i vero buio.
Come reagire? Lo dico da mesi, la parola d'ordine è “frugality”, frugalità: consumare il giusto, comperando da chi lo merita, ed investire quanto si risparmia in maniera accorta, con una grande importanza per il danaro disponibile. Magari si insegnerà agli industriali italiani anche una parola che hanno sempre ignorato: competività, quella che ha messo realmente in ginocchio le piccole imprese del “Triangolo d'oro”.

venerdì 16 ottobre 2009

Cosa faranno ora i Jones?

Come si può uscire da questo girone infernale? All'americana, come al solito. Se si leggono dei blog, viene la pelle d'oca: una persona vive negli uffici della sua ditta per pagare i debiti di speculazioni borsisitiche sbagliate, altri hanno ridotto le spese al minimo per uscire da una situazione debitoria dovuta proprio allo stare al passo con i Jones, altri fanno 4 lavori per pagare le rate della carta di credito ed uscire dal tunnel. Vedete un fattore comune in queste storie? Già, perché vi ho parlato di conti, rate, mutui e cambiali italiane, e di debiti statunitensi. Le banche italiane hanno retto la crisi proprio perché, come si dice, prestano i soldi solamente a chi li ha già; negli Usa i prestiti e le carte di credito erano date “sulla fiducia” (ma poi i soldi li rivogliono eccome). Dato che le garanzie che davano le nostre vittime in un modo o nell'altro sono oramai svalutate (il mercato immobiliare è drogato da un eccesso di cemento e gli stipendi sono spesso già “partiti” per buona parte in rate), le banche non prestano più. In un'intervista tempo fa un'economista (donna) ha centrato uno dei punti di debolezza dell'economia italiana nella mentalità del “mattone”: i genitori comperano per i figli case nel luogo in cui vivono, magari dando un anticipo e poi sobbarcandoli di un mutuo. Questo non solo impedisce al figlio di cercare casa in un altro luogo, dove, magari, si deve trasferire per lavoro, ma lo lascia con un capitale immobile e non spendibile (ora come ora, la roba non dà soldi, ma i soldi danno sempre la roba).
In America l'opinione pubblica ha molto insistito sull'importanza di pagare i propri debiti come punto focale per uscire dalla crisi; in Italia ci sono ancora dei presunti furbi che ritengono di poter scampare indenni a tasse, contributi previdenziali e debiti con finanziarie. Non si illudessero: le banche dati pubbliche oramai sono incrociate e sono più efficaci degli 007 a trovare indebiti, le banche e le finanziarie oramai hanno escluso da tutti i crediti i professionisti della furbizia e, come il cinese sul fiume, attendono che passino.

giovedì 15 ottobre 2009

Perché i Jones non sembrano essere in crisi?

Anche perché lo stare al passo con i Russo/Rossi aveva come caratteristica l'autonutrimento. La macchina si comperava al concessionario locale, il concessionario comperava la pelliccia al negozio della cittadina, la pellicciaia si ingioiellava in centro, il gioielliere si vestiva dall'amico, e tutti o quasi questi prodotti erano frutto di industrie della zona. Quando un granello si è inserito nell'ingranaggio (la crisi, la concorrenza di prodotti più competitivi e a prezzi migliori, il commercio via internet...), per un certo tempo è andato avanti per inerzia, poi si è bloccato di colpo, crollando come il classico castello di carte. Se notate, stanno chiudendo agenzie di lavoro interinale, agenzie immobiliari, gioiellerie e negozi di vestiti e telefonia (il telefonino ultimo grido sfoggiato dall'erede quindicenne...). I SUV vanno ancora in giro come ultimo tentativo di far vedere che tutto va bene, madama la marchesa, ma magari la banca ha già chiamato per i conti inevasi, le finanziarie non danno più credito e gli ordini sono bloccati. Ecco perché il lusso ancora non è crollato, ma una nota casa di mode italiana ha chiuso i negozi in Giappone (dove questa mentalità è ubiquitaria) e un'altra ha messo i tornelli agli uffici di Milano.

mercoledì 14 ottobre 2009

Cosa sta succedendo ai nostri Jones?

Voi direte “Sì, ma se se lo possono permettere questo sfoggio, che male c'è?”.
In realtà lo sfoggio, unito ad una certa immobilità di pensiero tipica di persone che non hanno tanto una mentalità da aziendalisti, non ha permesso alle vittime dello stare al passo con i Rossi di prepararsi, anche psicologicamente, alla crisi.
Avete tutti letto della stretta del credito effettuata recentemente dalle banche: bene, una delle maggiori difficoltà delle piccole industrie (non sono aziende, e vi spiegherò in seguito perché), soprattutto nel “Triangolo d'oro” del Nord (province della Lombardia, Piemonte e, drammaticamente, del Veneto) è che non hanno asset liquidi. Hanno investito nei capannoni (ovviamente, più grandi di quelli del vicino), hanno comperato case (in zone oramai deprezzate), automobili (che passano di moda) e gioielli (che le mogli mollano solo in caso di guerra nucleare), ma non hanno soldi. Una prova di questa aberrazione si è avuta a Cortina, meta di un certo turismo (i ricchi veri se ne sono andati da anni o sono chiusi nelle ville, e ci sono ora persone che devono far vedere di essere andati in ferie a Cortina). La stagione estiva 2008 si è salvata, l'inverno 2008/2009, nonostante massicci “marchettoni” televisivi, non è stato brillante, l'estate 2009 è stata drammatica. Molti sono andati verso il più competitivo Alto Adige o verso mete Venete meno prestigiose (affittando o scambiandosi doppie case); una delle cause è collegata proprio allo “Stare al passo con i Rossi/Russo”. Finché hanno potuto, magari mangiando pane e cipolla, le nostre vittime hanno mantenuto lo stile di vita, esibendo una ricchezza ormai scemata; ora che intere zone industriali sono in coma, correre ai ripari è molto più difficile.

martedì 13 ottobre 2009

Il dramma dello stare al passo con i Jones

Con questo post inizierà una serie di considerazioni che saranno le meno popolari di questo blog. Lo so che verrò lapidata, ma, purtroppo, ritengo che quello che scriverò corrisponde ad un'amara verità.

In Italia non abbiamo la famiglia Jones (e voi direte "Meno male!!!"), ma abbiamo la famiglia Rossi (al nord) o Russo (al sud). Quindi anche noi siamo afflitti da questa concezione, molto provinciale e molto diffusa, del dover "stare a pari".

Ad una prima occhiata, lo stare al passo con i nostri vicini di casa non sembra

essere così grave, anzi, incentiva i consumi in un momento di crisi come il nostro. Se invece analizziamo bene la situazione, noteremo quanto sia profondo il danno. Chi è che, di solito, deve essere migliore del vicino (parente, compagno di ufficio o di scuola, e chi più ne ha più ne metta?). Una persona che in un modo o nell'altro afferma la propria personalità grazie alla propria capacità di spendere e di ostentare ricchezza, a vari livelli.

Se frequentate luoghi di lavoro comune, uffici, fabbriche e negozi, soprattutto quelli che fino a qualche anno fa avevano la certezza di uno stipendio “fisso” a fine mese, conoscete sicuramente il dedalo di rate, cambiali e finanziare in cui si barcamenavano le persone per permettersi una vacanza all'estero o un gioiello, non solo per gratificarsi, ma per ostentarlo in pubblico.

Altro esempio classico è la macchina, un must trasversale. Eh già, perché anche i lavoratori autonomi avevano degli status symbol da raggiungere e far vedere: la casa di vacanza, la pelliccia della moglie, i vestiti firmati,e l'ammiraglia da guidare. La cittadina dove vivo è piuttosto ricca, e ricordo con stupore dei bar (quelli “giusti” ovviamente) che di domenica sembravano succursali di un autosalone, con gli ultimi modelli di auto prestigiose parcheggiate in bella vista (il giorno successiva all'uscita della Smart e della nuova Mini erano già tutte belle lì).

Nelle piccole cittadine industriali del nord Italia esiste ancora lo struscio del sabato pomeriggio, in cui il padrone della fabbrichetta porta la famiglia a spasso e saluta la concorrenza, mostrando l'orologio di marca, la pelliccia e l'anello della consorte e vestiti firmati, certi che la loro attività avrebbe sempre navigato in ottime acque.


Fin qui abbiamo parlato della situazione fino a qualche anno fa (diciamo cinque?). E oggi?

lunedì 12 ottobre 2009

Inglese per economi: Keeping up with the Joneses

Keeping up with the Joneses o Keeping up appearances:è una frase diffusa in tutto il mondo anglosassone, e si riferisce al confronto con i propri vicini come affermazione della propria classe sociale. Si manifesta con l'acquisto e lo sfoggio di beni materiali (telefonini, parabola satellitare, automobili, gioielli). Non riuscire a sostenere questo sfoggio è percepito come una diminuzione sociale e culturale.

domenica 11 ottobre 2009

Cosa ha tirato su la mia giornata recentemente?

Abbiamo parlato dell'espressione anglosassone "It made my day". Ora vi dico cosa abbia tirato su il mio sabato sera: ben 2 telegiornali (per par condicio, uno RAI ed uno Mediaset). I fatti: parte finale del telegiornale, dedicata ai fatti di costume. Dalla sponda Mediaset - In aumento il popolo degli appassionati al cibo di qualità (io ordino lo Strolghino direttamente a Parma, mica fischi!!!) Sponda RAI - Un ragazzo rumeno a New York salva un bimbo da un incendio e mentre lo intervistano chiede alla fidanzata di sposarlo. - Otto suore benedettine curano l'orto biologico del Santo Padre dentro le mura vaticane. - Le ragazze russe hanno abbandonato il sogno di sposare un europeo, e sono tornate a desiderare il principe azzurro russo! Il livello di chissenefrega è altissimo, ma ragazzi, quanto ho riso....

sabato 10 ottobre 2009

Inglese per economi: It made my day

It made my day: evento inaspettato e piacevole che ha mutato (in bene) la nostra giornata. Può essere un piccolo fatto, una frase inaspettata, o un tizio che entra in un ristorante con intenzioni bellicose ("Go ahead, make my day"). L'ultimo caso è valido solamente se siete Clint Eastwood.

venerdì 9 ottobre 2009

Yes, He Can!!!

E' da stamane alle undici che rimurgino.

  • Glielo avranno dato perché è fico?
  • Glielo avranno dato perché è nato alle Hawaii ed è cresciuto in Indonesia?
  • Glielo avranno dato perché ha una moglie con gli attributi, ed un segretario di stato idem?
  • Glielo avranno dato perché ha 45 anni?
  • Glielo avranno dato perché il giorno prima dell'insediamento è andato in un fast food ed ha pure pagato?
  • Glielo avranno dato per questa foto?





















O, viste le motivazioni, glielo avranno dato per questa?
















Comunque sia andata, e fermo restando che il Nobel per la pace spesso è dato totalmente a c@&&o, e prendendo atto del fatto che ha detto chiaramente di non meritarlo, mando tutti i miei auguri a quel bell'omarino di Barack Hussein Obama II, che alla notizia ha commentato con una mail: "WOW!"

Dimostrando che essere Presidente di uno Stato e saper usare la posta elettronica è possibile.

mercoledì 7 ottobre 2009

Inglese per economi: comfort food

Comfort foods: sono cibi semplici e familiari che sono di solito cucinati in casa o mangiati in trattoria. Sono di solito emozionalmente significanti per una persona o per un gruppo di persone e sono spesso collegati ai piaceri dell'infanzia.
Il comfort food è di solito economico, non complicato e semplice da preparare.

martedì 6 ottobre 2009

Portafoglio furbo....

... nel senso letterale!

Oggi parliamo del portafoglio, anzi del mio portafoglio. Un bellissimo portafoglio rosso, un regalo della dolce metà che ho apprezzato tantissimo. Perché però ne parlo?
Perché organizzare un portafoglio non è semplice (io ci ho messo anni).

Partiamo dai fondamentali; mai e dico mai mettere i documenti nel portafoglio. Se lo perdiamo ci mettiamo doppiamente nei guai. Quindi patente e carta di identità out of our wallet.

Ora possiamo riempire il nostro amichetto.
Partiamo dai soldi: io tengo di massima 20 euro in cartamoneta e 3 euro in moneta spicciola, più un buono pasto. Bastano per le emergenze ed in quei casi in cui non si può utilizzare il bancomat o la carta di credito (è una questione di sicurezza, se vedono che sei una donna i malintenzionati ti puntano non appena apri un portafoglio ben imbottito).
Carte, cartine e carte di credito: bancomat, tessera sanitaria/codice fiscale (l'unico documento che tengo lì, proprio per la forma a carta di credito), e stop. Le carte punti dei supermercati, degli alberghi e del treno sono a casa, in attesa del loro proprio utilizzo.
Un cerotto, una salvietta disinfettante, un kit per il cucito.

Stop: leggero, funzionale, pratico.

A parte ho i documenti, il badge e l'abbonamento dei mezzi pubblici, gli ultimi due accoppiati in un apposito portabadge.

Quali sono le vostre perversioni in fatto di portafoglio?

lunedì 5 ottobre 2009

Quanto sono perfida oggi....

... eh già, voglio rovinarvi un po'le cene al ristorante. No no, nulla di pericoloso, vi voglio solamente rivelare un po'di segreti. Per una serie di lunghe ragioni che non vi sto a spiegare, ho accesso ad un grande magazzino all'ingrosso di cibarie, rivolto prevalentemente ai ristoratori. Ha prodotti eccellenti, soprattutto carne e pesce freschissimi e di qualità, una gran scelta di vini (ma io non bevo) e di frutta e verdura.

Quando ho finito i miei doveri di spesa, gironzolo un po'per gli scaffali, scoprendo cose meravigliose, come confezioni di spezie da un chilo e mezzo, sacchi di farina da venticinque e di pasta da dieci.

E i preparati. Tanti preparati. Bellissimi preparati.

Solamente di brodo ce ne saranno dieci tipi (verdure, pesce, carne, carne della feste, halal, kosher...), gelatine, fondi di cottura, salse, guarnizioni, topping...
Fondi di cottura, salse, guarnizioni, topping? 'spettaspettaspetta... Di che stiamo parlando?

Di tutte quelle cose che ci servono al ristorante a prezzi altissimi. Per risparmiare tempo la maggior parte di questi prodotti è liofilizzata ed addizionata con aromi artificiali ed esaltatori di sapidità (quando ho scoperto che esistono le fialette di aroma "panettone" e "brioche" ho pianto. Letteralmente).

  • I fondi (bianco, bruno e di pesce) sono una base per la cottura.
  • Le salse, ça va sans dire, arricchiscono il piatto.
  • Le guarnizioni e i topping sono quel tocco finale che ci fa dire "Oh, ma che bello, e che sapore!!! Che bravo cuoco fantasioso!"

Questo perché? Perché le nostre papille gustative si sono man mano abituate a sapori carichi e forti, non naturali. Quando andiamo al ristorante, scegliamo piatti semplici, e sentiamo se i sapori sono "veri". Come fare? Mangiate cibi cucinati da voi il più possibile, ed il più a lungo possibile. Dopo un po'riacquisterete il vero senso del gusto, quello che vi farà riconoscere la vera mozzarella sulla pizza o gli aromi naturali in una torta (oramai li sento dall'odore quando la torta è in forno, li capto subito).

Ah, ve lo dico subito: il tiramisù fatto in casa è fatto in casa realmente, ma con il preparato. Idem la panna cotta. E li pagherete 5 euro a porzione. Ne vale la pena???

domenica 4 ottobre 2009

La spesa furba: in quale supermercato?

I nostri vari post sulla spesa furba hanno destato un certo interesse, quindi andiamo avanti con l'argomento.

Quando ero piccolina, quindi più o meno si parla della Presa della Bastiglia, la concorrenza non esisteva, soprattutto nel commercio. Andavi dal bottegaio, pagavi un tot (anzi, un TOT) e te ne andavi via con il pacchietto di prosciutto nella sporta.

Oggi no, oggi possiamo scegliere. Ad esempio oggi l'economa ha trascinato quei due poverini che la sopportano in un bel supermercato di marca per spendere un po'di buoni pasto. Eh già, l'economa ha questo punto fisso: prima si spendono i buoni pasto, poi si ragiona. Cosa significa il "poi si ragiona"?


Che spesso a casa mia si fa spesa al discount: si prova un prodotto alla volta e, se piace, si compera di routine. In questo modo abbiamo scoperto prodotti eccellenti e con un rapporto qualità/prezzo da urlo. Purtroppo però i discount raramente accettano i buoni pasto (eh, sì, sono fissata sull'argomento), allora come fare?
Si passa ai prodotti a marchio del supermercato: sono ottimi, spesso prodotti da grandi marche, e permettono di risparmiare parecchio. Se proprio si va sullo spinto, le catene hanno anche una linea "primo prezzo" che ha lo stesso costo dei prodotti del discount.

Se i buoni invece sono proprio tanti... vabbé, vi permetto le grandi marche, ma a patto che facciate tuuuuuuuuuuuutti i concorsi a premio (questa settimana sgrancia, sono un balsamo spray!). E mi raccomando, non fregate... seguite la lista della spesa!

sabato 3 ottobre 2009

Lavoro o casa? Il dilemma dei genitori

La serie di post sulle pensioni è nata considerando i discorsi che ho sentito da tante persone, soprattutto mamme.
Premessa: in Italia non è stata mai fatta una vera politica sociale di ausilio alle donne che lavorano. Ci sono leggi bellissime, modernissime, favolose, ma non si sono asili nido con orari compatibili con quelli degli uffici, i nonni, una volta risorsa dei genitori lavoratori che dovevano affidare l'infante, con le riforme delle pensioni non sono più in grado di aiutare i figli perché in ufficio anche loro, le baby sitter costano una fortuna.
Le mamme allora si trovano a dover gestire un dilemma: per le più fortunate è "mollo il lavoro e mi dedico alla prole o continuo con questa vita d'inferno, dedicando il mio stipendio alle spese per la cura e custodia della mia progenie?" (le più sfortunate si trovano licenziate o messe in cassa integrazione quando rientrano dalla maternità, proprio per la mancanza di tutela reale nei loro confronti).
Consiglio spassionato: non mollate MAI il lavoro di vostra volontà. MAI, chiaro? Fate i salti mortali, spendete tutto lo stipendio in baby sitter, cercate un part time, ma tenete duro.

Vi elenco una serie di ragioni.

  • Potreste trovarvi fuori dal mondo del lavoro in un età "buona" e tentare di rientrarvi quando oramai siete fuori target.
  • E'vero che lo stipendio va via, ma non i contributi previdenziali e assistenziali. La pensione nonostante tutto matura (vi spiegherò poi come), e vi sarà utile per il suo importo ogni singolo giorno che lavorate.
  • Non si sa mai cosa succeda nella vita: un fatto increscioso (divorzio, lutto...) vi lascerebbe priva di qualsiasi tutela ed in gravi condizioni economiche.


Se avete consigli, proposte e contraddizioni scriveteli pure nei commenti.