martedì 13 ottobre 2009

Il dramma dello stare al passo con i Jones

Con questo post inizierà una serie di considerazioni che saranno le meno popolari di questo blog. Lo so che verrò lapidata, ma, purtroppo, ritengo che quello che scriverò corrisponde ad un'amara verità.

In Italia non abbiamo la famiglia Jones (e voi direte "Meno male!!!"), ma abbiamo la famiglia Rossi (al nord) o Russo (al sud). Quindi anche noi siamo afflitti da questa concezione, molto provinciale e molto diffusa, del dover "stare a pari".

Ad una prima occhiata, lo stare al passo con i nostri vicini di casa non sembra

essere così grave, anzi, incentiva i consumi in un momento di crisi come il nostro. Se invece analizziamo bene la situazione, noteremo quanto sia profondo il danno. Chi è che, di solito, deve essere migliore del vicino (parente, compagno di ufficio o di scuola, e chi più ne ha più ne metta?). Una persona che in un modo o nell'altro afferma la propria personalità grazie alla propria capacità di spendere e di ostentare ricchezza, a vari livelli.

Se frequentate luoghi di lavoro comune, uffici, fabbriche e negozi, soprattutto quelli che fino a qualche anno fa avevano la certezza di uno stipendio “fisso” a fine mese, conoscete sicuramente il dedalo di rate, cambiali e finanziare in cui si barcamenavano le persone per permettersi una vacanza all'estero o un gioiello, non solo per gratificarsi, ma per ostentarlo in pubblico.

Altro esempio classico è la macchina, un must trasversale. Eh già, perché anche i lavoratori autonomi avevano degli status symbol da raggiungere e far vedere: la casa di vacanza, la pelliccia della moglie, i vestiti firmati,e l'ammiraglia da guidare. La cittadina dove vivo è piuttosto ricca, e ricordo con stupore dei bar (quelli “giusti” ovviamente) che di domenica sembravano succursali di un autosalone, con gli ultimi modelli di auto prestigiose parcheggiate in bella vista (il giorno successiva all'uscita della Smart e della nuova Mini erano già tutte belle lì).

Nelle piccole cittadine industriali del nord Italia esiste ancora lo struscio del sabato pomeriggio, in cui il padrone della fabbrichetta porta la famiglia a spasso e saluta la concorrenza, mostrando l'orologio di marca, la pelliccia e l'anello della consorte e vestiti firmati, certi che la loro attività avrebbe sempre navigato in ottime acque.


Fin qui abbiamo parlato della situazione fino a qualche anno fa (diciamo cinque?). E oggi?

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