lunedì 30 gennaio 2012

Corsi e ricorsi...

Sei una teen ager, aspetti la seconda serata per vedere il nuovo cartone animato che viene dagli USA ed ha creato scalpore perché ritrae una famiglia sgangherata e in cui i personaggi usano un linguaggio molto colorito.

Passano gli anni, ti ritrovi a 650 chilometri dal divano che ospitava il tuo deretano a quei tempi, alle 19,50 stai stirando gli asciugamani e guardi la ventiduesima serie dello stesso cartone animato.

Ora, gli asciugamani non sono venuti proprio stirati alla perfezione, hai tirato un paio di moccoli perché l'animazione digitale che usano proprio non ti va giù, ma, grazie al cielo, i Simpson ancora ti divertono.

domenica 29 gennaio 2012

Costo delle lasagne al radicchio in Italia

Volevo scrivere un'altra cosa, giuro, ma quando ho visto questo post di Mattia Butta sul costo di un piatto di spaghetti al pomodoro in Giappone, non ho resistito. Abbiamo tanto parlato di cucina furba, partendo dalla ricetta delle lasagne al radicchio, ma non ho mai puntato il dito sulla parte economica della faccenda.

Quanto costa una ricetta furba, anzi, la Ricetta Furba da cui tutto è iniziato?


Dato che ieri ho fatto spesa proprio per rifare le lasagne, ho ancora i numerini in testa.

Costo per quattro persone (porzioni abbondanti).

  • Sfoglia per lasagne Giovanni Rana Sfogliavelo: una confezione e mezza, costo 1,99 a confezione, quindi 2,98 euro.
  • Radicchio: 2,29 euro al chilogrammo, tre cespi medi 1,03 euro
  • Stracchino a marchio, 300 grammi, 2,98 euro
  • Scamorza piccola a marchio, 0,89 euro.
  • Olio, cipolla, sale e parmigiano per gratinare e gas, mettiamo un 0,50 euro.

Totale 8,38 euro, e con 2 euro a persona il piatto forte della domenica è servito!

sabato 28 gennaio 2012

Secondo me ci legge

Altrimenti non avrebbe prodotto il menù anni ottanta!!!

Però mancano alcuni obbrobri dell'epoca.

Io cito il risotto alle fragole. Altre proposte?

sabato 21 gennaio 2012

Anche io ho adottato una parola!!!

Dato che un uomo bellissimo ha adottato la parola "cingolato", mi sono decisa anche io ad intraprendere questa benemerita impresa. Sono andata sul sito e ho scoperto che "Callido" e "Corrusco" (venutemi in mente ieri sera in quel delicato momento tra la veglia e il sonno da cui scaturiscono mostri della ragione inenarrabili) erano già state adottate, ma guardando le parole ancora orfane ho trovato la mia.

Eh sì, perché se lui ha adottato cingolato, io ho adottato....


MIMETICO

Quindi la prossima volta che Lapo con il suo bel SUV occuperà il traffico, spero che fiocchino segnalazioni sull'utilizzo di questa parola.

venerdì 20 gennaio 2012

La cucina furba, conclusioni e proposte

Dopo che i post su Gattuso e la miastenia hanno fatto il record di visioni per il blog e mi sono trovata come primo risultato di ricerca (!) alla faccia del giornalismo italiano, torniamo a noi.

Avevamo lasciato in sospeso la "cucina furba" dopo i primi due post. Tutto era nato da un commento ad una ricetta di Benedetta Parodi (di cui ormai mi sparo le trasmissioni in endovena tutte le sere, un giorno il Radioamatore mi butterà giù dal divano).
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In realtà, ora confesso, lo stimolo mi era venuto dall'intervista di una nota guru dei programmi di cucina, che ha avuto parole sprezzanti sia per la Parodi che per Alessandro Borg(h)ese.

Quello che mi ha colpito è stata una frase: parlando della Parodi, la signora ha dichiarato "‘che ci vuole a fare quel piatto lì?’ Mah”.

Bhé, peccato che la "Cucina furba" sia anche questo. Poter preparare un piatto in poco tempo senza insozzare tutta la cucina e senza abilità date da anni di fornelli (come ha giustamente detto la 'povna, la Parodi non è una cuoca, ma nemmeno la sottoscritta lo è).

Su Alessandro Borg(h)ese posso dire di meno, l'ho iniziato a seguire nel periodo di forzata permanenza a casa, ma anche lui propone ricette semplici e che si distaccano dalla tradizione costruita a tavolino.

Ammettiamolo, da una decina di anni ci stanno facendo una capa tanta in tv con "Le ricette della nostra tradizione"; il problema è che la "nostra tradizione" risale spesso al secondo dopoguerra (la pasta alla carbonara docet) e cambia da paese a paese.

Ricordo con gioia crudele quando delle signore campane fecero fare una figura barbina a Beppe Bigazzi che aveva disprezzato una Pastiera fatta anche con la crema pasticcera: peccato che in alcune zone della Campania sia quella la ricetta tradizionale (pensate che lo sapevo anche io, me lo aveva detto una conoscente napoletana doc che mi aveva edotto sulle varie pastiere).


Invece esistono altri tipi di cucina, che a volte stranamente possono piacere al palato italiano, ed usano qualche scorciatoia. La Parodi spesso si ispira agli USA, Borg(h)ese anche si fa tentare dall'etnico, e l'Arabafelice ha introdotto in tempi non sospetti (almeno da 5 anni) ricette statunitensi (confesso!!! Lurkavo il celebre forum di cucina dove postava).

Quindi se siamo liberissimi di usare la planetaria ed il pecorino di fossa, lasciateci liberi di giocare con il frullatore ad immersione ed il formaggio spalmabile. Sporchiamo di meno, abbiamo meno da pulire ed abbiamo più tempo di far altro.

Sì, perché un punto cruciale è il tempo: la cucina furba permette di utilizzare il proprio tempo come si vuole. Dalla lettura integrale del Talismano con esecuzione del cous cous tradizionale alla carbonara (tipico esempio di piatto il cui condimento si prepara durante la cottura della pasta, un must della cucina furba), il tempo è tornato ad essere nostro.

Se si lavora e si ha una casa da mandare più o meno avanti, la cucina deve rimanere un piacere: nel Contaminuti, l'autrice Elena Spagnol esprime un concetto bellissimo: la cucina non deve essere abnegazione, ma piacere. Se un giorno non si ha voglia di cucinare, il tormento almeno deve durare poco.

Ecco un'altra definizione di cucina furba: cucina che ci restituisce il tempo. Il che di questi tempi non è poco.




domenica 15 gennaio 2012

Parliamo di miastenia gravis

Il post è stato modificato rispetto alla sua versione iniziale

Dato l'interesse che i lettori hanno avuto per l'argom
ento, parliamo un po'dettagliatamente di miastenia gravis. Ripeto il disclaimer: NON SONO UN MEDICO

Che cos'è la miastenia gravis?

La miastenia gravis o miastenia grave o miastenia è una brutta bestia. E'una malattia autoimmune, cioè una di quelle malattie in cui il sistema immunitario ha un funzionamento anomalo ed inizia a danneggiare parti del corpo. In questo caso vengono lesionate delle cose che si chiamano "recettori post sinaptici dell'acetilcolina" (sapevate di averceli? Bene, ora lo sapete) e che servono a recepire il segnale "Contrazione" portato dall'acetilcolina (un neurotrasmettitore). Ergo, i muscoli si contraggono poco o non si contraggono affatto. La malattia è quindi una malattia autoimmunodegenerativa.


Chi ne è colpito? E'una malattia infettiva?

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Tutti possono essere colpiti, in particolare la maggior parte dei casi si ha tra donne tra i 20 ed i 30 anni e tra gli uomini dai 40 ai 50. Non è una malattia infettiva, non si attacca.


Perché si parla di una relazione tra timo e miastenia?


Tra le altre cose che il vostro corpo ospita a vostra insaputa c'è il timo, un organo molto importante per il sistema immunitario. Spesso le persone con miastenia hanno un ingrossamento del timo (iperplasia timica). Nel 25% delle persone con miastenia è invece presente un tumore timico (timoma), di solito benigno, ma la cui rimozione chirurgica richiede una grande perizia da parte dei medici.


Quanti tipi di miastenia ci sono?

I principali sono

  • Miastenia congenita (una forma genetica)
  • Miastenia gravis sieropositiva o sieronegativa
  • Miastenia gravis paraneoplastica (legata al timoma e di difficile gestione)
Perché uno dei primi sintomi della miastenia è la visione doppia?

Gli occhi sono "guidati" dai sei muscoli oculari, che hanno un funzionamento "di precisione"; la mancata contrazione di uno o più di questi muscoli crea subito un grave disagio, perché non si mettono più a fuoco le im
magini per la diplopia. Un altro sintomo tipico della miastenia oculare è la blefaroptosi, o caduta della palpebra, per cui una o entrambe le palpebre perdono il tono muscolare e danno il tipico aspetto "a tendina calata" dell'occhio della persona miastenica. La forma prettamente oculare è quella meno preoccupante di miastenia.


Se avete domande, commentate, ricordando che NON SONO UN MEDICO

Vi ripeto i link alle associazioni

Viverelamiastenia
Miastenia.it






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venerdì 13 gennaio 2012

Gennaro Gattuso e la miastenia oculare

Post di aggiornamento del 15 gennaio.

Spero che qualcuno arrivi qui navigando a caso sul web con le parole chiave che ho messo apposta come titolo e tag.


Si stanno susseguendo in questi minuti le notizie sulla salute di Gennaro Gattuso e purtroppo molti giornali stanno facendo copia e incolla a caso da siti di informazione medica. Chiariamo subito che NON sono un dottore, ma tifo Milan (eh sì, sapevatelo).

Quindi spiego in soldoni un paio di cosette sulla miastenia oculare.

Per prima cosa copio il corretto comunicato dal sito ufficiale del Milan, nerettando un po'di punti salienti

MILANO - A.C. Milan comunica che Gennaro Gattuso, a seguito di una forma influenzale contratta a Dubai, ha avuto un'evoluzione della patologia preesistente. Un ulteriore monitoraggio diagnostico specialistico, contrariamente a tutti gli altri esami dello stesso tipo effettuati in precedenza, ha evidenziato una miastenia oculare. Gattuso dovrà sostenere un periodo di riposo e terapie specifiche del caso.

La miastenia grave è una patologia autoimmune molto seria; nello specifico, gli anticorpi oltre a svolgere il proprio ruolo di difesa contro le infezioni "impazziscono" e vanno a distruggere i recettori post sinaptici dell'acetilcolina, impedendo una corretta trasmissione dell'impulso tra nervo e muscolo. Tra i primi muscoli ad essere colpiti ci sono quelli oculari (particolarmente delicati e che devono lavorare in maniera sinergica), da cui i sintomi tipici della diplopia (visione doppia) e della ptosi palpebrale (caduta di tono di una o entrambe le palpebre). Dato lo stretto collegamento tra il sistema immunitario e la patologia, molto spesso la miastenia viene diagnosticata dopo un evento che scatena una reazione immunitaria, quale può essere un'infezione anche banale come una sindrome influenzale. Molto spesso, fortunatamente, i sintomi si fermano alla fase oculare anche grazie cure appropriate, ma è una malattia cronica, che si può tenere sotto controllo, ma non curare del tutto.

Se avete domande (NON sono un medico, quindi domande generiche) postate pure nei commenti, nel frattempo vi consiglio di consultare questi due siti: Viverelamiastenia e Miastenia.it.

Un abbraccio a Gennaro Gattuso e alla sua famiglia.


sabato 7 gennaio 2012

Avete iniziato a mettere i soldi da parte per i regali di Natale?

No, non sono rimbambita (almeno, non ancora del tutto). Lo so che siamo nel pieno dei saldi. Aggiungo che vi sembrerà strano, ma ho una voglia matta di shopping; precisamente, di un giro in città per vedere le vetrine ('sto maledetto collare mi sta uccidendo).

Avrei dovuto scrivere il post sulla cucina furba, ma ho iniziato a guardare il documentario sulla storia di Giorgio VI e ad un certo punto (non mi chiedete il perché) mi sono venute in mente due parole "
Christmas club"!

Avevo letto il concetto qualche tempo fa: nei paesi anglosassoni, prima del boom delle carte di credito, le banche offrivano un tipo di deposito vincolato per i regali di Natale. Addirittura regalavano un "token", un gettone di modico valore, per dare inizio al deposito (by the way, era un tipo di deposito pieno di spese nemmeno tanto nascoste).
Come potete adocchiare nel link, è un tipo di deposito ancora effettuabile in alcune nazioni; il bello è che si può iniziare in qualsiasi momento, ma i soldi possono essere ritirati solo a partire da una data e fino ad un'altra (dal 1 novembre al 20 dicembre, mi sembra).

Allora ho iniziato a rimurginare: perché non fare il nostro Christmas Club privato? Può essere una destinazione di parte del contenuto del barattolo dei risparmi. Anche se l'abitudine a "mettere su plastica" è meno diffusa da noi che nei paesi anglosassoni, ci risparmieremmo parecchie scocciature il primo dicembre (e detto da una che finisce i regali di Natale ad ottobre è tutto dire).

In realtà tutto questo post era semplicemente una scusa per inserire l'immagine del porcellino natalizio. Non è vero, ma è così cariiiino!

giovedì 5 gennaio 2012

E ce lo sapevo che la cucina furba avrebbe destato interesse...

... quindi è d'uopo, prima di procedere, rispondere ai commenti.

Viviana

Aspetto il seguito.
Per intanto dico che la Parodi fornisce idee utili (non mi sogno di guardare il programma o comprare i suoi libri) ma da qui a chiamarla cucina ce ne corre

Infatti il bello della Parodi è che non è una cuoca, o una maestra di cucina. Vi consiglio di seguire questo servizio di Aldo Grasso, crudelmente ironico, su "Casa Parodi".

Fiordicactus

Grazie della risposta, chiara ed esauriente . . . adesso ho capito tutto! :-)

Praticamente, faccio cucina stile "anni '50" quando preparo la pizza partendo dalla farina, olio, acqua e lievito, mischiati insieme almeno un ora prima, faccio cucina "furba" quando arrivo a casa con la "palla" di pasta lievitata comprata al supermercato e preparo la pizza in quattro e quattr'otto! :-)

I quattro salti, mai . . . al loro posto, pane e olio!

I cuochi inglesi citati, sono gli idoli della FigliaGrande, oggi la verdo, me li farò spiegare. :-)))

Ciao, Fior

Non proprio ;) Puoi anche usare la pasta per pizza fatta da te, e poi surgelata. O farla "from scratch", a seconda del tempo a disposizione.

Arabafelice

Ottima analisi, e la cucina furba diventa pure seria, di questo passo :-))))

Grassie capo!

la 'povna

Molto interessante, però qualche precisazione:

- quoto Viv: chiamare la Parodi cuoca (e non per l'uso dei semilavorati, ma per l'assoluta implausibilità della maggior parte dei suoi accostamenti)

- il Talismano della felicità è una enciclopedia. Come tale ha tutto, compresa una vasta quantità di ricette da meno di mezz'ora!

Per la prima parte, anche io quoto la risposta a Viv ;) Per la seconda: il Talismano ha ricette da 30 minuti che poi ritrovi sui giornali di cucina che le propinano come "ultima moda". Visto con i miei occhi.

Nonna Papera (benvenuta)

beh...che dire...amo la Parodi xche'della cucina furba e di cio' che ama ne ha fatto un piacevole e ben remunerato (immagino) lavoro...pur non avendo qualifiche...quindi la sua cucina furba va vista su piu' aspetti...indubbiamente x quel che mi rigurda e' un' ottima fonte di idee...cio' che fa lei riesce sicuramente sempre e a tutti...anche a chi lavora 10 ore al giorno fuori casa...
...il talismano e' spettacolare...altro pianeta...altri termini...e' una sorta di bibbia della cucina...ma non tutto riesce...a una non cuoca perlomeno...amo leggerlo e consultarlo ma non seguirlo alla lettera...la praticita' indubbiamente va alla parodi...alla sua trasmissione a pure ai suoi libri...e perche' no...alla cucina furba...

ps: ottimo post complimenti!

Hai toccato proprio alcuni degli argomenti del post di domani!

kmagnet


Devo dire che concordo con te, d'altra parte lavorando fuori casa spesso si usano surgelati o semilavorati (ad es, per cena ho preparato una torta salata con pasta brisè già stesa e verdure grigliate e surgelate) .
Per quanto riguarda i cuochi che citi ogni tanto guardo le loro trasmissioni ma Jamie Oliver lo trovo abbastanza...troppo prezzemolo, troppo pasticciato. Stesso discorso per Nigella ma da lei ogni tanto rubo, per esempio i pancakes con la farina già pronta nel barattolone

Io invece trovo Jamie un po'troppo "gné gné", insomma, un po'troppo talebano dell'organic food. Ma sono punti di vista.

Sportelloutenti

Mia nonna - classe 1901 - aveva imparato a cucinare con l'Artusi e da qualche parte in cantina o soffitta dovreì avere ancora la sua copia. A parte la pesantezza di quelle ricette, mi ricordo che le melanzane venivano chiamate petonciani, chissà se il verduriere di oggi me li venderebbe? La Parodi sta facendo cucinare anche me..... tanto per :-p
Elisa

E la frittata con gli zoccoli? E il fumetto che è un liquore a base di anice e non un fondo?

Io di solito non parlo di politica, ma...

.... Questo comunicato della Presidenza del Consiglio è assolutamente delizioso. Coglie nel segno con l'arma dell'ironia. Da chi l'ha commissionato non me lo sarei mai aspettato.
Chapeau!!!

mercoledì 4 gennaio 2012

Il concetto di cucina furba: riflessioni e polemica

Nei commenti alle lasagne furbe al radicchio di Benedetta Parodi Fiordicactus ha chiesto una definizione di cucina furba.

Ora, se Proust con una madeleine ci ha scritto la Recherche, io con la cucina furba ci scriverò un post abbastanza complesso (si fa quel che si può in base alle proprie capacità intellettuali).

Stamattina sono arrivata ad una definizione che spero vi piaccia (il mio prof di fisica al liceo era fissato con le definizioni ed aveva ragione, se impari a memoria la definizione alla fine capisci anche il concetto).

Dicesi "Cucina furba" quella che è medio proporzionale tra "Il talismano della felicità" e i "Quattro salti in padella".

Spiegazione: il "Talismano" è un gran bel libro di cucina, su questo non ci piove.

Però è nato nel 1929 e come tale, seppur modificato negli anni, è concepito per un modello femminile che è sparito diciamo... a metà degli anni ottanta? Il modello della donna che cucina e "Fa servire in tavola", cioè della piccolo-medio borghese padrona di casa che ha la "serva", ma non il cuoco era quello della brava madre di famiglia del Ventennio, poi della moglie esemplare da reclame del dado anni sessanta e settanta, corredata dal filo di perle.

I "Quattro salti in padella" sono quella cosa molto utile che staziona in frigo in attesa di una catastrofe nucleare e/o di un avvenimento che impedisca a tutti gli abitanti dell'abitazione di mettersi ai fornelli.

La cucina furba invece è quella che comprende le preparazioni veloci, semplici e che possono essere composte sia da ingredienti freschi che conservati o semilavorati e comportino un dispendio di tempo, energia e mezzi compatibile con gli impegni di persone che lavorano.

In Italia è stata sdoganata solamente di recente: quando Benedetta Parodi ha iniziato con la rubrica "Cotto e Mangiato" nel 2009 nessuno avrebbe immaginato che il successo sarebbe stato così incredibile e fulmineo. Si parla di roba come tre milioni di libri venduti e rubriche web cliccatissime.

La Parodi nei suoi libri parla spesso di ricette che ha appreso negli USA: chiunque frequenti il foodweb (quella cosa dove scrivono i foodblogger seri) sa che le ricette statunitensi sono spessissimo "furbe", proprio perché, a parte l'abitudine molto più diffusa che da noi dei pasti fuori casa, i ritmi di vita e lavoro esaltano questo tipo di concezione del cibo. Idem con patate per i cuochi di stampo inglese noti in Italia più per i reality (tipo lui) che per i libri di ricette (lui e, soprattutto, lei che in Italia è quasi ignota, ma nei paesi di lingua inglese è una semi divinità).

Ma qual è la chiave del successo della cucina furba e, soprattutto, perché ci sono persone che la criticano? Il seguito al prossimo post!


Sono una persona profondamente triste dentro

Non potendomi muovere da casa ho:

- Stilato il bilancio 2011
- Stilato il budget 2012
- Mi sto apprestando al rendicontone totale e globale degli investimenti 2011
- Preparato almeno altri tre post "corposi"
- Visto film che erano nella lista da tempo

Ora, quando si nasce burocrati, si muore burocrati, ma penso che ormai il Furio che aleggia in me stia prendendo un po'troppo il sopravvento.

martedì 3 gennaio 2012

Ricette furbe: le lasagne al radicchio

L'ho fatto. Lo so, non avrei dovuto, ma accade: l'allieva ha tradito la maestra, un po'come Anakin tradisce Obi-Wan. Sono passata al lato oscuro: ho riprodotto una ricetta di .... Benedetta Parodi. Lo so, l'Arabafelice ha tutto il diritto di sconfessarmi, ma quando ho visto il tardivo di Treviso non ho resistito ed ho cucinato le lasagne della Parodi, adocchiate sia sul suo libro che in trasmissione.

La preparazione è avvenuta il pomeriggio precedente al... ehm... prima che indossassi l'elegante collarone, la consumazione due giorni dopo (dovevano essere il piatto forte del pranzo del primo dell'anno!). Vi dico solo che sono state pienamente apprezzate dai commensali, Radioamatore compreso che non ama le verdure.

Ingredienti per 4 persone

  • Uno/due cespi di radicchio (ora che è stagione, se mettete le mani su quello di Treviso a prezzi umani provate con quello, altrimenti va bene anche uno "normale").
  • 200 grammi di stracchino
  • 1 cipolla (rossa, possibilmente)
  • 1 confezione di pasta per lasagne (ovviamente, io ho usato la Sfogliavelo Rana, amica di tutte le cuoche con poco tempo e poca pratica).
  • 1 piccola scamorza (affumicata o meno)
  • Olio EVO
  • Sale
  • Facoltativo: parmigiano per gratinare.

Procedimento

Stufare dolcemente la cipolla affettata nell'olio (se iniziasse a bruciacchiare, ammorbidire con un po'd'acqua); lavare il radicchio e tagliarlo a pezzi piccoli. Quando la cipolla è pronta, aggiungere il radicchio e portare a cottura (ci vorranno non più di 5/10 minuti); spegnere il fuoco. Tagliare a dadini la scamorza. Nel bicchiere del frullatore a immersione mettere lo stracchino e il radicchio con tutto il sugo rilasciato; frullare fino ad ottenere un composto omogeneo. Assaggiare ed aggiustare di sale.

Montare le lasagne: nella teglia mettere un po'di crema al radicchio, la sfoglia, i dadini di scamorza, continuando ad alternare fino ad esaurimento degli ingredienti (le dosi sono per 4 persone, con una teglia piccola vengono 4/5 strati). Concludere con la crema e spolverare eventualmente con parmigiano).

Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 15/20 minuti.

Gnam!!!

lunedì 2 gennaio 2012

Quando si dice essere competitivi....

Se Castagna ha le stampelle...
Se Wonderland ha il dito rotto....

L'Economa ha il collare da colpo di frusta. Eh, la classe non è acqua.