domenica 29 marzo 2015

Cita-un-libro, #ioleggoperché7

Una dama dell'epoca hejan, Murasaki, è il direttore d'orchestra dell'odierno round di #ioleggoperché.

Essendo il tema odierno "La Morte", mi affido al caro, buon vecchio Luigi:


venerdì 20 marzo 2015

La settimana etica: Col ghigno e l'ignoranza

A volte le cose più belle emergono da uno spunto. La Settimana dell'Etica e della Morale, da un'idea di IoMe, sta creando in tanti piccoli blogger un percorso di riflessione.

Un'Economa ogni tanto se lo chiede: "Perché lo fai, disperata ragazza mia?". 

Perché non te ne freghi, e lasci che la vita scorra senza troppi pensieri?

Perché in un contesto in cui lo Stato è visto come un nemico astioso che pretende il rispetto delle regole o come una vacca da mungere in maniera indefinita tu quelle regole ti impegni per rispettarle (in primis) e farle rispettare (con una certa energia, oserei dire).

Perché il lavoro lo vuoi fatto bene, pulito, tracciabile, insindacabile, quando tanti lo eseguono alla "Va' là Peppone" e la notte dormono bene lo stesso?

Perché invece di stravaccare il regal deretanone sul divano ed affondarsi, a seconda della giornata, in libro a scelta o loop di programmi di cucina (o documentari) stai lì a studiare, limare, perfezionare, aggiornarti? 

Molto semplice. Perché così io sto bene. 

Sto bene perché ho fatto il mio dovere e grazie al mio dovere ho reso la vita più facile a qualcuno. O, molto spesso, più difficile (e vi posso garantire che di questa mia attività sareste anche voi molto soddisfatte/i).

Sto bene perché io sto facendo in modo che tante, troppe persone possano beneficiare di un diritto nella maniera più equa ed insindacabile possibile: in base alle norme. Non in base alle conoscenze, non in base ad una fila saltata, non in base ad un piacere fatto o ricevuto. 

Sto bene perché la sera vado a dormire nella piena consapevolezza di aver fatto del mio meglio, con tanti errori, tante omissioni, ma sicuramente con dignità e serietà.

Sto bene perché non ho curato il mio giardinetto, non ho curato nemmeno quello di amici, parenti e affini, ho curato quello di una collettività. Un giardinetto che fino a qualche tempo fa era secco e incolto, e su cui ora spunta qualche aiuola fiorita ed armonica. Un giardinetto dove possono giocare i bambini e riposare gli anziani, passeggiare gli adulti e riposare i ragazzi. 

Un giardinetto che non sarà mai perfetto, lo so, ma che ogni tanto qualcuno guarda dicendomi: "Però, non me lo sarei aspettato così migliorato". 

Un giarinetto che vorrei nessuno frequentasse, ma purtroppo è sempre pieno di gente. Ed è il mio dovere farlo trovare fiorito.

lunedì 9 marzo 2015

Lunedì Film: Carlo Vanzina, Vacanze di Natale

Natale 1983: la piccola Economa passeggia dalle parti del Brancaccio assieme ad una ciurma di altrettanto piccoli parenti. Tornato nel luogo della riunione familiare, il gruppuscolo ha qualcosa da raccontare: nel cinema teatro c'era "uno famoso". Il capello cotonatissimo anni ottanta intravisto dalla strada era quello di un giovane Christian De Sica; l'attore racconterà spesso che in quei giorni stava facendo con ansia il tour dei botteghini di Roma per verificare gli incassi del suo film appena uscito.


Vacanze di Natale



Lo so, è uno sporco lavoro, ma qualcuno doveva farlo. Oggi recensiremo il padre di tutti i cinepanettoni, verrò espulsa dal Lunedì film di IoMe e forse anche dalla blogosfera, ma è un fardello che portavo da troppo tempo ed ho deciso che il momento è giunto.

Partiamo dall'anno: nel 1983 in Italia gli anni Ottanta non erano propriamente iniziati, almeno non come ce li ricordiano oggi. Il 1980 era stato l'anno del riflusso, nel 1982 avevamo vinto i mondiali ed avevamo liberato Dozier, ma ancora il decennio di piombo aleggiava tra noi, tanto che mentre in Gran Bretagna i ragazzi del Blitz avevano cancellato il punk con l'ondata New Wave e New Romantic, qui nel 1982 c'era stato un forte revival degli anni sessanta, visti come un periodo di dorata innocenza, ed un successo inaspettato per il film Sapore di Mare di Carlo Vanzina. Figlio del grandissimo Steno, in coppia con il fratello Enrico Carlo Vanzina aveva girato una manciata di film, soprattutto con comici televisivi (torneremo sull'argomento) lanciando tra gli altri Abatantuono nella sua prima fase. Il produttore De Laurentiis, stupito dal successo del film balneare, affida ai Vanzina l'incarico di girare una nuova pellicola dall'impianto simile, ma ambientata sulle piste da sci; i due, che come molti della buona borghesia romana frequentavano Cortina d'Ampezzo, non se lo fanno ripetere due volte avendo già pronta la location (curiosità: Carlo Vanzina tra il 1982 e il 1983 girò sei dicasi sei film). 

La location quindi c'era: Cortina agli inizi degli anni ottanta era ancora ben frequentata, gli impianti sciistici del 1956 ritenuti ancora accettabili, con un'aura di esclusivo. Due anni prima ci era passato persino James Bond (For your eyes only)! Anche il canovaccio di storia già c'era, basato sul mix di incontri-scontri di caratteri, strati sociali e provenienze geografiche utilizzato in Sapore di Mare.

E gli attori?

Avevamo accennato ai comici televisivi: alla fine degli anni settanta la Rai produsse una serie di spettacoli innovativi, a cui parteciparono anche giovani provenienti dai teatrini di tutta Italia. Uno fu Non Stop, con regia di Enzo Trapani e casting di Giancarlo Magalli, da cui emersero tra gli altri tali Carlo Verdone, Zuzzurro e Gaspare,  La Smorfia (Arena-De Caro-Troisi in rigoroso ordine alfabetico, scelta che porterò avanti anche per gli altri ensemble), I Giancattivi (Benvenuti-Cenci- Nuti) ed un gruppo veronese proveniente dal Derby di Milano: I Gatti di Vicolo Miracoli. I Gatti avevano passato varie formazioni e varie traversie televisive (erano attivi da quasi dieci anni) quando, finalmente, fanno il salto. Dal 1978 al 1981 ottengono numerose scritture televisive e girano due film (Arrivano i Gatti e Una vacanza bestiale) diretti indovinate da chi? Bravi, da Carlo Vanzina. Purtroppo le due pellicole non ebbero molto seguito e i Gatti stavano passando un periodo di stasi quando Vanzina decise di scritturare solamente uno dei membri per il successivo "I fichissimi": Jerry Calà, qui assieme ad Abatantuono, riscuote un successo assolutamente imprevedibile e i produttori iniziano a puntare su di lui come promessa comica degli anni ottanta. Calà lascia i Gatti (che continueranno per qualche anno in formazione a tre Oppini-Salerno-Smaila) e Vanzina lo scrittura anche per Sapore di Mare. E Vacanze di Natale. 

Abbiamo sfiorato l'argomento Non Stop e Carlo Verdone: Verdone prenderà il volo ben presto con "Un sacco bello" e nei suoi film successivi scritturerà in piccole parti suo cognato, Christian De Sica, fino a quel momento in balìa di ruoli televisivi di attor giovine (Bambole, non c'è una lira per la regia di Antonello Falqui) e cinematografici di non grande peso. De Sica si scopre comico, e Vanzina lo testa in Sapore di Mare come rampollo di buona famiglia svampito ed elegante. Giusto giusto quello che serviva per il giovane Roberto Covelli di Vacanze di Natale.

Una scommessa fu invece Claudio Amendola: l'unica sua parte di rilievo era stata in uno sceneggiato drammatico del 1982 (Storie d'amore e d'amicizia), ma quella faccia da giovane simpatico (e molto romanista, perché non dimentichiamo che nel 1983 la Roma aveva vinto lo scudetto) era adatta a Mario, il figlio del "Macellaro di Viale Marconi" (Mario Brega, sempre immenso). 

Una piccola disgressione: nel periodo della Riforma Rai furono lanciati anche Roberto Benigni (L'Altra Domenica di Renzo Arbore) e Beppe Grillo (Luna park, grazie allo scouting di Pippo Baudo). 

Giusto per.

Vi ho detto che gli anni ottanta in Italia non erano ancora propriamente incominciati: lo stereotipo del milanese è infatti quello dell'industrialotto arricchito di mezza età (Milan l'è un gran Milan), e non del giovane rampante operatore di borsa accompagnato dalla modella (Milano da bere). Guido Nicheli che ti entra in pelliccia al Cristallo di Cortina ("Ah ah... Ivana, fai ballare l'occhio sul tick! Via della Spiga, Hotel Cristallo di Cortina: 2 ore, 54 minuti e 27 secondi... Alboreto is nothing!!") accompagnato da Stefania Sandrelli (sempre bellissima e che nello stesso anno avrà un incredibile rilancio con "La Chiave" di Tinto Brass) è in fondo lo specchio di un tempo che va svanendo.

Sarà Yuppies del 1986 a celebrare il fenomeno del rampantismo, con un cast arricchitosi di due comici. Ezio Greggio è nel pieno boom del Drive In in cui erano confluiti i comici di "La Sberla", programma Rai del 1978 per la regia di Giancarlo Nicotra. Massimo Boldi dopo la gavetta del Derby e di Antenna3 (come spalla di Teocoli) era approdato in RAI con "A tutto gag" di Romolo Siena e stava, a quaranta anni, assaporando il sucesso. 


Torniamo a Bomba, il film praticamente è fatto: la trama è esile (corna e bicorna, per farla breve), le situazioni prevedibili (a parte il colpo di scena sulla sessualità di Roberto Covelli), ma la pellicola funziona.

De Sica racconterà in seguito che su quel film si è giocato la carriera (accennando anche a problemi economici dovuti alla disastrata situazione lasciata dalla morte del padre) e che la scommessa aveva funzionato: era nato il cinepanettone, che ci portiamo ancora avanti oggi dopo trentadue anni. 

Enrico Vanzina in una splendida intervista racconterà cosa è cambiato dopo tre decenni per i romani che frequentavano Cortina.

Jerry Calà uscirà alla fine degli anni ottanta dal "giro" delle commedie, sostituito dai Vanzina e poi da Neri Parenti con Massimo Boldi.

E'iniziato un piccolo mito.

Per l'attimo del chissenefrega due note linguistiche: per essere un capomastro di Frascati, l'avvocato Covelli parla un dialetto romanesco fantastico. Sul serio. Più o meno come il dialetto trentino che parlano i cortinesi.


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