sabato 3 ottobre 2009

Lavoro o casa? Il dilemma dei genitori

La serie di post sulle pensioni è nata considerando i discorsi che ho sentito da tante persone, soprattutto mamme.
Premessa: in Italia non è stata mai fatta una vera politica sociale di ausilio alle donne che lavorano. Ci sono leggi bellissime, modernissime, favolose, ma non si sono asili nido con orari compatibili con quelli degli uffici, i nonni, una volta risorsa dei genitori lavoratori che dovevano affidare l'infante, con le riforme delle pensioni non sono più in grado di aiutare i figli perché in ufficio anche loro, le baby sitter costano una fortuna.
Le mamme allora si trovano a dover gestire un dilemma: per le più fortunate è "mollo il lavoro e mi dedico alla prole o continuo con questa vita d'inferno, dedicando il mio stipendio alle spese per la cura e custodia della mia progenie?" (le più sfortunate si trovano licenziate o messe in cassa integrazione quando rientrano dalla maternità, proprio per la mancanza di tutela reale nei loro confronti).
Consiglio spassionato: non mollate MAI il lavoro di vostra volontà. MAI, chiaro? Fate i salti mortali, spendete tutto lo stipendio in baby sitter, cercate un part time, ma tenete duro.

Vi elenco una serie di ragioni.

  • Potreste trovarvi fuori dal mondo del lavoro in un età "buona" e tentare di rientrarvi quando oramai siete fuori target.
  • E'vero che lo stipendio va via, ma non i contributi previdenziali e assistenziali. La pensione nonostante tutto matura (vi spiegherò poi come), e vi sarà utile per il suo importo ogni singolo giorno che lavorate.
  • Non si sa mai cosa succeda nella vita: un fatto increscioso (divorzio, lutto...) vi lascerebbe priva di qualsiasi tutela ed in gravi condizioni economiche.


Se avete consigli, proposte e contraddizioni scriveteli pure nei commenti.

5 commenti:

  1. Mi sa che hai toccato un tasto dolente: pure io sono in accordo con il tuo consiglio, ma capisco anche che la scelta non è molto facile.

    O meglio: se i dati in ingresso sono:
    marito molto ricco, moglie senza titoli di studi => è molto facile che la moglie decida di accudire esclusivamente la famiglia.

    Se invece si è nel caso: entrambi i genitori arrivano a stento fine mese => nessuno dei due ha la possibilità di scegliere di accudire esclusivamente i figli.

    In mezzo alle due condizioni ci sono una varietà di combinazioni:
    marito a stento occupato, moglie unica persona che lavora;

    Entrambi con brillanti titoli di studio ed ottime aspettative di carriera => difficilmente uno dei due lascia il lavoro.

    Un situazione che che noto di frequente è la seguente:
    un unico figlio.
    Anche se non è detto che le motivazioni siano solo ed esclusivamente di carattere economico.
    Magari accade per precise scelte caratteriali.
    Ma ritengo di essere OT

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  2. PS Hai ancora l'orologio con un diverso fuso orario :)

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  3. Hai centrato il punto: in Italia asili nido e consimili sono molto carenti, quindi spesso si è costretti a scegliere una delle soluzioni senza avere una vera e propria alternativa.

    Per l'orario: un giorno ci riuscirò. GIURO!!!

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  4. Io, laureata con lode in Scienze Statistiche, convinta con l'inganno da un marito benestante a non lavorare, dopo 18 anni di matrimonio e tre figli mi sono separata. E il mio più grande rammarico è quello di non aver lavorato. Avrei avuto un "potere contrattuale" nel matrimonio ben diverso. Mi sarei separata lo stesso, forse, ma avreio fatto le mie scelte in modo più libero.

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  5. L'esempio di Perline e bottoni vale più di mille discussioni sull'argomento.

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