domenica 22 aprile 2012

Pazzi per la spesa: analisi socio/cultural/economica. Prima parte.

Vi avevo minacciato venerdì e mantengo la parola.

Questo è il post introduttivo in cui si tentano spiegazioni, si rivelano verità nascoste e ci si imbizarrisce parlando di Extreme couponing. Siate affamati, siate folli e, soprattutto, siate pronti.

Iniziamo dalla realtà che conosciamo: se siete bravi/brave amministratori/amministratrici domestici/domestiche (da adesso in poi userò il femminile, e chi si è visto si è visto, perché odio il maschilismo grammaticale e non vorrete mica che raddoppi tutti i termini), dovreste aver iniziato a prendere confidenza con buoni sconto e buoni pasto/acquisto. 

Mia mamma, invece, ogni volta che tiro fuori il rettangolino in plastica o il foglietto di carta inizia a tremare, ed ha anche ragione perché una volta un direttore di supermercato non ci ha accettato un buono da 100 euro (ed aveva chiesto giorni prima di poterlo spendere lì) ed abbiamo dovuto mettere tutta la spesa a posto.

Non divaghiamo, e continuiamo dicendo che spesso il nostro prezioso coupon riporta la scritta "Non cumulabile con altre offerte in corso" che si traduce spesso con: "Non sognatevi di usarlo se il prodotto che volete acquistare scontato è anche in offerta speciale". 

Negli USA non è così, anzi, spesso le offerte riservate ai titolari di carta fedeltà si cumulano allegramente con i buoni, con risultati entusiasmanti. Per capire cosa sia la fidelizzazione per le catene americane, vi mostro un simpatico oggetto:

E'un portachiavi con "azzeccate" le micro fidelity card americane dei supermercati (c'è la tessera formato carta di credito e due o tre micro tessere da mettere sul portachiavi, in Italia sono sicura che lo faccia la catena Billa). Quindi l'utilizzo di queste carte (che negli USA sono purtroppo legalmente utilizzate per il profiling dei clienti, come del resto le carte di credito), viene ampiamente favorito.

Passiamo ai coupon: in Italia è abbastanza difficile trovarli. A parte un periodo d'oro in cui alla Stazione Termini la Coca Cola regalava pacchi di buoni sconto per la Coca Cola light (che la maggior parte delle persone gettavano e l'Economa ha collezionato per i suoi traffici loschi di punti omaggio), i buoni sconto si trovano nei giornali delle catene di supermercati (e sono quindi "dedicati"), in alcuni giornali delle case produttrici e sulle confezioni. Stop. Negli USA sono una tradizione dei giornali domenicali (in una delle puntate di Extreme couponing la protagonista andava a prendere i giornali di coupon consegnati davanti alle case che lei sapeva essere disabitate! Nulla in confronto di quella che entrava nel bidone di riciclaggio della carta). 

Poi ci sono i Blinkies, distributori di coupon messi nei negozi accanto al prodotto scontabile (in Italia durerebbero tra i sei e i sette secondi...), i Catalina, buoni poco diffusi da noi, praticamente quelli che escono assieme allo scontrino, e le offerte BOGO (Buy one, get one, compri uno, uno in regalo). Altro tipo di offerta è quella di prova in cui, mandando al produttore un incarto promozionato, si riceve un buono acquisto per un'altra confezione di prodotto).
Possono anche essere stampati da internet con un codice univoco (uno per indirizzo ip e no, se li fotocopiate non potete riutilizzarli) dai siti del produttore (e possono essere cumulati con quelli dei supermercati). 

Detto questo, nel prossimo post parleremo della vita delle coupon queens (ma c'è anche qualche king...).

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