sabato 7 aprile 2012

I commenti al post del budget

Il post del budget ha avuto i suoi bei commenti interessanti, e mi pare giusto rispondere alle intuizioni dei lettori.

La Prof, ad esempio, ha detto:

Mmm... Devo riuscire a farlo tenendo conto che ormai gestisco tutto online o direttamente con versamenti in banca. Sai che questo rende più facile spendere, vero?

Certo che rende più facile spendere, ma rende anche più facile tenere conto. Se ti trovi di più con i cari, vecchi, fruscianti contanti, preleva quello che hai stabilito, usa il metodo delle buste e basa su quello il tuo budget.

Kmagnet ha chiosato

Vero, una volta andavo a fare la spesa senza bancomat e quindi dovevo farmi bastare i soldi che avevo nel portafoglio... ogni prodotto aggiunto al carrello lo conteggiavo arrotondando per difetto... col bancomat cerco di limitarmi il più possibile. Ho detto cerco!

Come ho già detto alla Prof il bancomat ha i suoi pro e i suoi contro, se pensi di sforare con le carte, ripassa ai contanti.

Kermitilrospo invece

io in effetti tenevo la contabilità ma riuscivo a risparmiare così tanto che organizzare il budget aveva davvero poco senso. credo sia utilissimo e mi impegnerò (GIURO) a farlo!

Me lo hai promesso in tutte le salse... io ci conto, altrimenti sai qual è la punizione.


Turz infine

Magari fosse così facile :-)

L'abbigliamento cos'è, necessità o sfizio? Il regalo di natale alla mamma è necessità o sfizio? La donna delle pulizie è necessità o sfizio? La macchina è necessità o sfizio?

Comunque date retta all'Economa: fatelo, questo budget. Fatelo, perché solo facendolo vi verranno in mente queste domande, e solo facendolo potrete trovare le difficili risposte.

Allora, i tre argomenti da te trattati sono tra i più difficili, io li considero per la maggior parte sfizi, ma per un motivo prettamente pratico: tendo a spendere di più per gli altri che per me stessa (tra grosso regalo alla mamma a Natale e nuovo maglione, opto senza dubbio per il primo). In questo modo limito ulteriormente i miei sfizi e gratifico qualcuno a cui voglio bene.

La donna delle pulizie invece può essere una vera e propria necessità (orari di lavoro impossibili, ma anche guadagno di tempo per attività più rilassanti o per lo studio) come al solito dipende dalle entrate e dall'organizzazione del tempo.

9 commenti:

  1. Intervengo con un po' di ritardo: no, io il budget non lo faccio.
    Di fatto spendo quello che devo comunque spendere (e non posso farne a meno: affitto, bollette, cibo...) e non sperpero. Di conseguenza "ci sto dentro".
    Se non ci stessi dentro pur senza sperperare mi dovrei fare delle domande: o guadagno troppo poco (e allora cerco un altro lavoro) oppure abbasso le spese sotto il livello della sussistenza.
    Ad esempio, dovrei tagliare costi che al momento non mi sembrano sprechi, ma che nel caso lo diventerebbero (internet, telefono...).
    Fortunatamente non mi è mai successo. Quello che guadagno basta e non ho bisogno di budget per farmelo bastare. Basta applicare la regola del non sperpero e se fossimo in un mondo giusto uno non rimarrebbe mai con le ruote a terra.
    Perché se uno non sperpera e non ha di che vivere il problema magari non è dove spende, ma perché non fa abbastanza soldi per vivere decentemente (un problema sociale, per capirci).
    Il budget lo si fa, secondo me, quando uno non vuole limitarsi alla filosofia dello spendere solo il necessario e vuole concedersi degli sfizi, ma non è capace di capire quanto si può concedere di sfizi.
    In effetti, per quanto io dica di spendere solo il necessario, ovviamente mi concedo qualcosa. Però mica mi serve il budget per capire cosa posso permettermi.
    C'è un primo livello che è il buon senso. Se per una serata fuori con delle persone spendo 6000 yen è ovvio che non ci vado tutte le settimane sia venerdì che sabato. Non mi serve il budget, calcolo 6 mila yen per due, per quattro fa 48 mila yen. Cazzo, è tanto. Non lo faccio. Ci vado ogni tanto (e nel frattempo mi trovo altri amici). Non mi serve il budget, lo sento a pelle quando è "tanto".
    Secondo, faccio la "compensazione crediti/debiti" a mente.
    Ad esempio: invece di prendere il caffè alla macchinetta (due caffe al giorno sono 180 yen) lo faccio in ufficio col bollitore, a costo mostruosamente inferiore. Ora, 180 yen, per sei giorni alla settimana per 4 settimane fa 4320 yen. Facciamo 4000. Bene, posso risparmiare 4000 yen di qui. Un giorno decido di iscrivermi a karate: mi costa 5000 yen al mese. E' una spesa non necessaria, potrei farne a meno. Posso permettermelo? Bene, a mente ragiono e scelgo "mi iscrivo a karate e mi faccio il caffè in ufficio". Le cose a spanne si compensano.
    Oppure: compro lo scooter e spendo 120.000 yen, assicurazione compresa. E uno dice: tanto. Però... Per andare agli allenamenti con treno e pullmann spenderei 1000 yen. In scooter spendo un'inezia di benzina, circa 100 yen; quindi per ogni viaggio in scooter risparmio 900 yen. Se in un anno, tolto quando non sono in città, faccio 90 allenamenti sono 81.000 yen risparmiati.
    Quando me ne vado dal Giappone mi basta rivendere lo scooter a 39 mila yen e sono rientrato dei costi. Controllo il mercato, so che uno scooter del genere posso rivenderlo dopo un anno anche a 60 mila yen. Sono a posto, lo compro. Ne ho già guadagno, e senza considerare tutto il risparmio che ho sugli altri spostamenti (ho considerato solo quelli per gli allenamenti, che quantifico facilmente) né i benefici di avere un proprio mezzo.
    Ecco, per queste cose non mi serve il budget. Non mi serve prendere il costo dello scooter, calcolare l'ammortamento per mese, iscriverlo nel bilancio del mese etc...
    Faccio due conti a mente e in mezzo minuto so che la cosa mi conviene.
    Più o meno nella mia famiglia si è sempre fatto così: si facevano scelte di nuove spese/tagli cercando di compensare a spanne le varie voci e non far lievitare le spese. Ma senza prendere carta e penna e fare un budget. Lo si fa a mente.
    Che poi secondo me è anche più divertente: uno si allena a tenere a mente la struttura delle proprie finanze. Taglio il caffè ma vado a karate, compro lo scooter ma risparmio sui carissimi mezzi pubblici...

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  2. Il problema da analizzare secondo me è perché la gente non riesce a fare considerazioni a mente. Capisco i precisini che si segnano ogni spesa (penso sia una forma di perversione mentale ;) - non ci si può fare niente).
    Ma gli altri, perché non riescono a starci dentro ragionando al volo?
    Butto là qualche ipotesi:

    1) incompetenza matematica
    Difficile da credere, ma della gente fa fatica anche coi conti della serva.
    E probabilmente sono più di quelli che vogliamo credere.
    Quando arrivò l'euro mia mamma fece il giro degli anziani per insegnare loro l'euro, e mi raccontava cose assure. Del tipo, proponeva un esempio: "facciamo che la il detersivo per la lavatrice costi 15.000 lire, in euro..." e si sentiva dire "con quanti zeri si scrive 15 mila lire?".
    Ok, erano anziani, ma quanta gente giovane ha gli stessi problemi?
    Conosco ventenni che non sanno calcolare 1 diviso 2, gente che sui decimali non ci arriva proprio.
    Magari non ce ne rendiamo conto ma l'ignoranza matematica è altissima.
    (piccola nota: magari sarebbe meglio insegnare più - e meglio - matematica e meno inutile poesie di leopardi, nota polemica chiusa).


    2) dislessia/discalcolia (o discalculia per quelli che preferiscono)
    Intesa come errata percezione delle quantità quando si parla di soldi.
    Ogni uomo ha percezione corretta di "quanto è" un cm, un metro, o un km.
    Ma se gli dici 880.000 km o 20 µm ... boh... non lo sai "quantificare".
    La stessa cosa coi soldi: tanta gente non ha percezione delle quantità, non capisce se quella cifra di euro è "tanto o poco".
    Magari ha la corretta percezione quando i soldi sono tanti. Es. un'automobile costa 15 mila euro. Se io guadagno 1.500 euro al mese qualla macchina equivale a 10 stipendi miei (e non dovrei mangiare per comprarla in 10 mesi). Così capisco se posso permettermela o meno.
    Ma se la cifra è piccola (3,40 euro o 1,87 euro) uno non percepisce se è tanto o poco perché non può rapportarla col suo stipendio. Sembra sempre poco, e così si finisce per spendere "tante volte il poco". Solo che "tante volte" x "poco" = "un bel po'".
    Se uno non è capace di fare questa operazione a mente allora sì che è meglio che si faccia un budget, per vedere come ha fatto a costituire quel "un bel po'" in capo a un mese.
    Mentre se una persona ha diretta percezione delle quantità ciò non gli serve.

    3) Trucchi mentali.
    Direttamente dal punto precedente. Chi è "dislessico/discalcolico" (anche a livelli lievi come questo) è vulnerabilissimo ai trucchetti mentali dei venditori.
    Quelli che ti dicono "compra rate, sono solo 3 euro al giorno!". Non avendo la percezione delle grandezze non capiscono che 3 euro al giorno sono 90 euro al mese, che per molti magari è la decima dello stipendio.
    E questa gente perde molti, molti soldi dando retta a tutti questi venditori.

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  3. 4) Ignoranza logica.
    Uno magari fa anche i calcoli giusti. Una rata da 27 euro al mese è "meno di un caffè al giorno" - lo dice anche il venditore. Deduzione: posso permettermelo così come posso permettermi il caffè ogni giorno.
    Errore logico. La deduzione è: posso permettermelo se smetto di bere il caffè.
    Spesso i ragionamenti logici sono quelli che la gente fa più fatica a capire.

    5) Ignoranza generale
    Un esempio concreto: a cena con dei parenti, uno di essi si lamenta che il gas costa tanto mentre - dice - l'elettricità costa poco.
    Sì, dico, ma il gas lo usi per riscaldare la casa, mentre l'elettricità per le lampadine, il televisore e il frigorifero. Al massimo il forno, toh.
    Mica puoi comparare quello che spendi per il riscaldamento con quello che spendi per far andare gli elettrodomestici. Per avere un senso il paragone dovresti farlo calcolando quanti kWh al mese assorbiresti se usassi l'elettricità per riscaldare casa, e poi calcolando con la tua tariffa quanto ti costerebbero in bolletta.
    Ad esempio, io che ho riscaldamento elettrico e il gas solo per cucinare e per l'acqua calda spendo più di elettricità che per il gas. Dipende tutto dall'utilizzo che ne fai.
    Per capire se è più caro il gas o l'elettricità devi fare il paragone a parità di utilizzo.
    Niente, non ha capito. Ha risposto: "Uff... io so solo che di gas spendo 100 euro al mese e di elettricità 18, quindi l'elettricità costa meno".
    Giuro.
    Penso che la gente che non riesce nemmeno a fare questi semplici ragionamenti (non dico fare i calcoli, ma solo capire il concetto) sia molta, ma molta.
    E quando l'ignoranza è questa la gestione delle proprie finanze è rischiosa.

    Altre ipotesi?

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  4. Io comunque sono logorroico. Sapevatelo.

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  5. "o guadagno troppo poco (e allora cerco un altro lavoro)"... Eh, il fatto è che non si può fare così facilmente!

    "dovrei tagliare costi che al momento non mi sembrano sprechi, ma che nel caso lo diventerebbero (internet, telefono...)": infatti, la cosa brutta è che internet e telefono, che volenti o nolenti fanno parte della nostra vita, al minimo intoppo diventano davvero degli sprechi.

    "(piccola nota: magari sarebbe meglio insegnare più - e meglio - matematica e meno inutile poesie di leopardi, nota polemica chiusa)": mi sembri mio fratello, solo che lui insegnerebbe la vita segreta delle formiche, sempre, però, in cambio di Leopardi, pensa te. Comunque, da Prof, ti assicuro che ormai non esiste quasi più la divisione che ci facevano credere esistesse una volta (del tipo: se sei bravo in italiano, sarai una schiappa in matematica, o viceversa). Adesso, purtroppo, quelli che riesci a far ragionare, ragionano e imparano indifferentemente l'Infinito di leopardi e l'infinito in matematica; quelli che non lo sanno (o non lo vogliono) fare, non imparano più né l'uno né l'altro (per lo meno alla scuola media).
    E mi sembra che qui siamo arrivati, ahimè, all'ignoranza generale...

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  6. sempre, però, in cambio di Leopardi

    Ci sarà un motivo, no?
    Forse che Leopardi e - con qualche rara eccezione - tutti i poeti/scrittori proposti a scuola fanno cacare?
    Dove far cacare significa non far emozionare.
    Poi resterebbero ugualmente inutili, ma se si insegnassero "poeti" (termine esteso) che dicono qualcosa e fanno emozionare i giovani d'oggi magari uno ci passerebbe sopra all'inutilità e si godrebbe pure quell'ora.
    Ma pensare che milioni di giovani si siano dovuti studiare dell'omicidio del padre di Pascoli a causa di una dannata poesia è assurdo. 'Sto tizio ha imposto a generazioni di studenti di occuparsi dei suoi fatti personali. Ma chi se ne frega dell'omicidio del padre di Pascoli e di tutte le metafore. Perché me ne dovrei interessare.
    Fosse una poesia bella almeno...

    Comunque, da Prof, ti assicuro che ormai non esiste quasi più la divisione che ci facevano credere esistesse una volta

    Non ho mica scritto questo.
    Ho solo detto sarebbe meglio insegnare più matematica che inutili poesie. Mica sto parlando dell'attitudine degli studenti nelle diverse discipline.
    Sono bravi in entrambe? Sono contento. Però se devo decidere come investire un monte ore faccio delle scelte piuttosto che altre.

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  7. @mattia logorroico risponde Turz logorroico:

    Premessa: non avrei bisogno di fare il budget se vivessi da solo. Ma non vivendo da solo (cosa di cui sono molto felice) e volendo essere un uomo di successo secondo la definizione di Lana Turner, preferisco farlo.

    La differenza tra noi tirchi e "quelli che non riescono ad arrivare a fine mese" è secondo me la seguente:

    Ipotesi 6) Scarsa conoscenza del mercato
    Il tirchio (o l'economo) sa esattamente che una bottiglia d'acqua può costare 19 centesimi, che un volo Europa-USA (West Coast) A/R può costare 500 euro, che le case in quel quartiere costano 1700 euro a metro quadro, che una certa banca dà interessi del 2,5% lordo sui depositi, che l'elettricità può costare meno di 20 cent al kWh. E quindi quando vede un prezzo ti dice subito se ha senso o meno.
    Molte persone, direi quasi tutti, non lo sanno. Non ne hanno proprio la più pallida idea.
    Prova a chiedere a qualcuno quanto è disposto a pagare per un litro di latte. Prova a chiedergli quanto può costare un forno a microonde, o un abbonamento in palestra.

    Quindi bisogna guardarsi intorno, confrontare e non accontentarsi mai del primo prezzo che si incontra. Alla fine si imparerà a riconoscere al volo se un prezzo è appropriato o no per ciò che si sta per comprare.

    Anche fare il budget (e magari farlo vedere a qualcun altro) aiuta a rinforzare la conoscenza del mercato, perché ci si rende conto di quali sono le voci sulle quali si spende.

    Altra ipotesi:
    7) Scarsa attenzione alle spese
    Non è incapacità di fare operazioni (matematiche, logiche o comparative). È proprio che uno non ci fa caso, che non ci si mette nemmeno a fare le operazioni in modo sistematico.
    Non so come si chiama come fallacia logica, ma è il fatto che se ti arriva per posta una bolletta grossa con tono minaccioso e devi andare a uno sportello lontano lontano a pagare, allora ti colpisce. Se ogni giorno ti viene prelevata silenziosamente una piccola somma da una tessera di plastica, non ci fai caso.
    E allora il "disattento" (che non è ignorante, perché se gli dici di fare i conti li fa e si stupisce al risultato) tende naturalmente a dare più importanza all'ICI da 60 euro da pagare alla posta, che al fatto che magari spende 4 euro al giorno alla mensa aziendale (passando il badge) invece di portarsi la pastasciutta da casa.
    Se vuoi è la tua ipotesi 2), con la differenza che secondo me non è incapacità di fare determinati conti, ma è dare poca priorità a determinate voci di spesa, darle per scontate quando in realtà non lo sono. Tipico esempio: tutti danno per scontato di dover avere un'auto di proprietà, e quindi pensano che tutto il risparmio possibile sia andare da Ippì anziché Scell e assicuranrsi online anziché presso Banca Ladra S.p.A.


    Infine su Leopardi: non penso che tutti i poeti/scrittori proposti a sQola facciano defecare. Solo che vengono insegnati malissimo (tipo appunto costringere la gente a studiarsi le biografie o le poesie a memoria, o sventrare i versi sillaba per sillaba).
    Tu stesso (Mattia) ammetterai che i Promessi Sposi sono un bel libro. Però odiatissimo tra gli alunni costretti a studiarlo e analizzarlo con metodi raccapriccianti.
    Inoltre si dedicano troppe ore alla letteratura e alle lingue morte rispetto a quelle a disposizione per le materie scientifiche.

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  8. Tu stesso (Mattia) ammetterai che i Promessi Sposi sono un bel libro

    Un capolavoro, non un bel libro.

    Proprio per questo ho scritto con qualche rara eccezione.
    (mica li metto a caso gli incisi...)

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  9. @Mattia: sarebbe bello continuare a parlare della questione, ma credo non rientri del tutto neli temi del blog e di questo post.
    Però, ecco, io non mi butterei a dire che tutti i poeti insegnati a scuola fan venire il mal di pancia. Certo, si possono insegnare bene o male, come tutte le cose, ma quello che volevo invece sottolineare è che, almeno nella scuola media, si insegna E la matematica E le poesie, e chi studia sa l'una cosa e le altre, e chi non studia non sa le tabelline e non capisce (e non si emoziona) nemmeno per le poesie.
    Poi, non so, quando aiutavo mio figlio a risolvere i problemi di geometria (del liceo scientifico) e riuscivo a capire quale procedimento poteva servire, mi sentivo bene e soddisfatta come dopo aver letto qualcosa di buono. Ma certo le emozioni sono qualcosa di personale, e come si fa a decidere quale è la poesia che mi emoziona e quale no?
    Ho citato Leopardi proprio perché, se appena lo si conosce in modo diverso da come lo si insegnava anni e anni fa, lo si capisce e ci si può emozionare. Poi, son d'accordo che
    sventrare i versi sillaba per sillaba puà essere deleterio, ma leggere una lettera di Leopardi a un suo amico, comprensibilissima anche oggi, e vedere poi come, parola per parola, è riuscito a ribaltare la scrittura familiare per farne uscire alcuni dei versi più belli della sua produzione non è una cosa così inutile per riuscire a capire.
    Quanto ai poeti che dicono qualcosa ai givani d'oggi, anche lì, come si fa a sapere? Nella mia classe, per esempio, è piaciuta da matti la poesia in cui l'autore citava la classifica delle ragazze "meglio" del suo giro e sceglieva quella che voleva per lui. Ma è piaciuta anche una poesia di guerra, eccetera...
    Discroso lungo. Vi lascio qui, mica voglio sembrare logorroica pure io.

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