sabato 11 settembre 2010

Sui commenti a Denis il ragazzo boomerang

Ho fatto passare un po'di tempo. Mi piace parlare "a bocce ferme". Ho riletto i vostri commenti ai due post sul fantasmagorico "Ragazzo boomerang" che tante critiche ha suscitato sul web.

Ora spiego perché mi sono così arrabbiata: la giornalista ha fatto un articolo sul nulla. Un articolo dovrebbe avere qualcosa da comunicare, o una storia da raccontare. Quale storia invece ci hanno propinato?

Turz giustamente ha osservato: scrivere qualcosa su Luca da Osaka, sulla persona inspiegabilmente nota come "Il matto", su Puffolotti (ed io aggiungo, su Turz) avrebbe un senso, perché sono giovani che hanno deciso di seguire una strada professionale e di vita trasferendosi all'estero ed imparando a vivere in realtà nuove.

Io posso dire che vite come quelle di La Noisette, di 'povna, o la mia, sono le vite di persone definite "Con la testa sulle spalle", magari non avventurosissime, ma in cui ci si diverte, si dà il proprio contributo alla società, insomma, in cui si ha uno scopo.

Denis dice che "lotta". Bhé, lottare a casa mia significa alzarsi la mattina e fare qualcosa di pesante, con uno scopo, nonostante le difficoltà; conosco persone che a 28 anni passavano ore in corsia come medici, a lottare per salvare le persone.

Lottare con un tetto sulla tesa, l'abbonamento pagato, e l'orgoglio di essere "contro" (ma contro cosa???) non mi sembra una gran cosa.

Detto questo, aggiungo che il Corriere sta continuando con altre storie di ggiovani, e che i commenti dei lettori sono più o meno critici. Ma perché non raccontano le storie di ggiovani normali o veramente originali?

4 commenti:

  1. ciao...
    mi piace questo weblog molto...
    grazie molto per quello che scrivi qui.
    Non posso parlare bene italiano ...
    Sarò molto felice se si visita il mio weblog

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  2. Economa, io non penso di fare nulla di speciale.
    Anzi, lavorando per una università ho la vita molto semplificata (ad esempio, ora che mi trasferisco in Giappone l'Università mi ha fornisce un alloggio a buon prezzo, cosa che nelle aziende avviene solo a livelli dirigenziali).
    Gente che lavora all'estero senza questi appoggi è sinceramente da lodare molto di più.
    Tutto sommato io a Praga non me la passo neanche male.
    Voglio dire, non è che mangio pane e cipolle.
    Poi certo, mi rendo conto che c'è gente che fa fatica a spostarsi di 10 km per lavorare, figurati andare in uno stato straniero e impararne la lingua, adattarsi ai loro comportamenti...
    Ma credo sia una questione di carattere: c'è chi è capace e chi no.

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  3. @L'economa domestica:
    Refusini:
    1) Il link sotto la parola "post" non funziona.
    2) tesa -> testa

    Io posso dire che vite come quelle di La Noisette, di 'povna, o la mia, sono le vite di persone definite "Con la testa sulle spalle"

    L'errore della giornalista è stato proprio questo: prendere come esempio di persona "con la testa sulle spalle" un dilettante di economia domestica e non un/una professionista come ad esempio l'Economa.

    @mattia:
    Poi certo, mi rendo conto che c'è gente che fa fatica a spostarsi di 10 km per lavorare, figurati andare in uno stato straniero e impararne la lingua, adattarsi ai loro comportamenti...
    Ma credo sia una questione di carattere: c'è chi è capace e chi no.


    È una questione di carattere, ma non nel senso che dici tu, o almeno non solo: c'è chi è capace di sopportare per tutta la vita di lavorare in uno stato in rapido declino, dove le migliori opportunità si trovano in città sporche e inquinate dove si rischiano quotidianamente accoltellamenti e stupri e dove le case costano 4 mesi di lavoro al metro quadro. Io non ne sono capace, preferisco passare un paio d'anni a imparare una lingua e una cultura straniera, è molto più facile e riposante.

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  4. Grazie per avermi citato.
    mistero come un tipo nulla facente e mammone possa finire sul giornale

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