venerdì 5 febbraio 2010

Il fondo d'emergenza

Negli ultimi giorni il blog ha accolto le esperienze di un bancario (Massimo/Bormioli Rocco) e di un lettore (Individuo pensante) che hanno dato chiarimenti, da una parte e dall'altra della scrivania, su come funzioni il mercato del credito in Italia.

Io ho iniziato ad informarmi sull'argomento leggendo la situazione in USA, e tutti lì davano come "rivoluzionaria" l'idea di un fondo d'emergenza per le spese impreviste. Perché qui non era così rivoluzionario? Perché da un lato gli italiani hanno avuto sempre una grande propensione al risparmio, dall'altra il welfare familiare ha sempre turato alcune falle economiche che potevano accadere ad un membro della famiglia.

Ma. C'è sempre un MA. Al giorno d'oggi i risparmi si sono assottigliati, le pensioni spesso non bastano a coprire le spese, ci sono disoccupazione e cassa integrazione, molte persone non sanno fare i conti sul proprio stipendio... Quindi si chiedono prestiti. Chi può, ha la cessione del quinto, altri la finanziaria, altri la banca, altri i parenti. Ma sono soldi che vanno restituiti, e spesso con salati interessi.

Allora cosa fare per affrontare gli imprevisti? Coltivare (uso questa parola dopo un'accurata scelta) un fondo d'emergenza, semplice. Per i blogger americani è più importante che pagare i debiti, poiché funge da paracadute in caso di spese improvvise (come la Matiz di cui parlava in un commento Bormioli Rocco e che fra poco dovrà da noi essere acquistata). Ma come funziona un fondo d'emergenza e come possiamo strutturarlo?

Al prossimo post!

4 commenti:

  1. Contrariamente a quanto avviene in USA, in Italia pagare i debiti è prioritario, per non essere esclusi per un lunghissimo periodo (se non addiritura per sempre, vista la normativa italiana!) dalla concessione del credito.
    In USA hanno una procedura di "credit repair" che consente di ricostruirsi una reputazione positiva dopo un possibile "scivolone finanziario".
    In Italia invece se finisci nel calderone dei "cattivi pagatori" o peggio ancora se finisci "marcato a fuoco" nella Centrale di Allarme Interbancaria (e ci finisci per il mancato pagamento di assegni o per il mancato pagamento di estratti di carte di credito, comprese quelle "revolving" che hanno l'aspetto di carte di credito ma sono in effetti dei finanziamenti ad altissimo tasso travestiti da carte) in teoria ti fai una cattiva fama per un po' di tempo, ma esiste il sospetto che questi dati vengano tenuti in considerazione vita natural durante (o quasi).
    Insomma... in Italia prima si pagano i debiti, se non si vuole essere tagliati fuori dal meccanismo creditizio. Poi si pensa al resto.
    Sulla base di queste considerazioni.... direi che il fondo d'emergenza deve essere strutturato in maniera da permettere di pagare i propri debiti per qualche mese, più qualcosa per l'emergenza vera e propria.
    Paradossalmente il fondo di emergenza potrebbe essere costituito proprio.... da una carta revolving ottenuta in periodi "calmi".
    Nel mio caso ho in tasca due carte revolving emesse da due distinti enti, per un credito totale di 15.000 euro.
    Normalmente non le utilizzo... ma se mai dovesse capitare, so di poter contare su un finanziamento pre-deliberato di 15.000 euro esigibile in pochi minuti (e rimborsabili in rate umanamente affrontabili, sia pure a tassi al limite dello strozzinaggio).
    Confesso che non ho mai fatto ricorso a queste carte per ragioni di emergenza, e che la ragione per la quale le ho in tasca è che, essendo un collezionista incallito, può sempre capitare l'occasione di fare un "colpaccio", e ci vogliono i soldi pronti (e l'occasione è capitata diverse volte!).
    Però mi pare che l'idea di utilizzarle come "fondo di emergenza" non sia male....

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  2. Io ho questo problema mentale che non riuscirei a dormire dovendo pagare delle rate (ma, confesso, IO HO UN PRESTITO IN CORSO). Preferisco magari un conto di deposito, ma avere i soldi miei; quello che tu dici sulla CRIF è vero, so di gente che si potrà scordare prestiti per un bel po', se non per sempre.

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  3. La CRIF è il male minore...
    E' la CAI quella che preoccupa maggiormente.
    E' la ragione per la quale bisogna evitare le carte di credito rateali se non si è certi di pagare regolarmente.
    Capisco quando dici che non riusciresti a dormire dovendo pagare delle rate, ma qui stiamo parlando di una situazione di emergenza, ed in questi bisogna adattarsi.

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  4. E'che venendo da una famiglia monoreddito con breadwinner lavoratore autonomo, per noi le rate sono state bannate come concezione sin dalla notte dei tempi. Abbiamo sempre preferito un fondo d'emergenza liquido, che per fortuna non è mai servito.

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