giovedì 20 agosto 2009

Gli esami non finiscono mai....

Un post odierno della sempre deliziosa Milady de Winter mi ha fatto tornare indietro di quasi un anno.

Come vi ho accennato mi sono iscritta di nuovo all'università per la seconda laurea. Purtroppo per la mia facoltà è previsto il test di ingresso; ora, immaginate la situazione. Una trentenne (e rotti), laureata, con post laurea, con un lavoro a tempo indeterminato, che si trova una fredda mattina di settembre davanti ad una facoltà che conosceva poco a dover affrontare il test.
Premetto che le due settimane precedenti sono state un inferno; lette le materie d'esame, mi sono messa a... (mi vergogno a dirlo...) STUDIARE come una matta matematica, poiché son 15 anni che non frequento la materia. Funzioni, matrici, sistemi, insiemi. Per 15 giorni ho avuto gli incubi, mi sono messa a rifare il programma del 5° scientifico terrorizzata.


La notte prima, non ho dormito.

L'esame era previsto per la mattinata, e nel pomeriggio avevo deciso di partire per un fine settimana al mare. Arrivo in clamoroso anticipo come Fantozzi alla stazione e, invece, del Duca-Conte, mi raggiungono 1600 diciannovenni usciti freschi freschi di superiori (pensavo io) agguerritissimi (sempre pensavo io) e preparatissimi (sempre secondo la mia augusta opinione). Poi li guardo bene: mi sbaglierò, riflettevo tra me e me, ma questi qui a Lettere non li ho mai visti. In realtà non li ho mai visti da nessuna parte. Mha, mi sbaglierò.... questi qui mi faranno nera (il mio monologo interiore è andato avanti per parecchio).

Mi presento all'aula d'esame con gli altri candidati, ed ho lì scoperto che per parecchi era il secondo o terzo test: alcuni erano stati cannati al test in altre università, altri dovevano ripetere l'esame perché in un anno non avevano fatto una benemerita.

Arriva il "Signore dei Test" e ci mette in mano i compiti: tutti uguali, cambiava solo l'ordine delle domande. Io qui ho avuto l'attacco di panico: "Copia copia generale, e mi si mangiano". Apro il test, guardo le domande e mi chiedo se è uno scherzo. Neanche in quinta elementare sarebbero state così facili. Quelle di matematica erano da seconda media, una chiedeva di riconoscere un triangolo isoscele. Altre erano di diritto (ma terra terra terra), cultura generale (lasciamo perdere) e LETTERATURA, roba da quinto, ma propro rusco.
Chi è esperto di quiz lo sa: più è facile il quiz, più "quelli bravi" sono svantaggiati, perché non c'è selezione. In più, con il copia copia... Insomma ero sfiduciatissima. Faccio il mio test in 30 minuti (contando 2 riletture), consegno ed esco.

Inziano i gruppetti di discussione e, dato che dovevano venirmi a riprendere, mi sono unita a loro.

Primo trauma: i ragazzotti mi chiamavano "LA SIGNORA". Il mio incubo peggiore si era avverato.
Secondo trauma: io non so chi gli avesse concesso la maturità, ma QUELLI non sapevano che Verga era un esponente del verismo, chi avesse scritto "Il Piacere" e, soprattutto, erano tutti e sottolineo tutti convinti che... Vabbé, vi scrivo il dialogo.

Gruppuscoletto: "Ahò, a quella del NoBBel che c'hai messo?". "Umberto Eco, quello lo conosco, il NoBBel l'ha vinto lui di sicuro".
Economa: "Ehm... scusate, il Nobel per la letteratura è stato vinto da Dario Fo nel 1997"
Gruppuscoletto:"A' signo', che è sicura?"
Economa: "Ehm, sì, ho una laurea in Lettere, sono sicura".
Gruppuscoletto ad un altro gruppuscoletto:"(Varie imprecazioni) La Signora c'ha la laurea in Lettere, nun era Umberto Eco". Vari candidati "NOOOO, ma ero sicuro, quella l'ho sbagliata". "Ah signo', e quella del verismo?". "A signo', e quella dei deputati?".

Lì mi sono un po'rincuorata sulla mia possibilità di passare il test (sì, ma non sono arrivata prima in graduatoria come avrei voluto grrrr....), ma ho capito perché a Lettere quelli non li avevo mai visti. Avevo perso di vista i ggggiovani, e soprattutto, la loro abissale ignoranza in qualsiasi materia. Poi si parla di dispersione all'università!
Sono andata al mare abbastanza sollevata, poi mi sono resa conto. Se avessi passato il test... avrei dovuto studiare.

PS la cosa peggiore dell'esperienza è stata il "Signora" e il fatto che tutti mi dessero del lei (almeno quello ancora lo sanno fare, i ggggiovani).

3 commenti:

  1. Racconto ironico ma tristemente vero. Ho tre figli e aborro l'idea che possano trasformarsi in microcefali...

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  2. Se ti può consolare (o deprimere) non ricordavo nemmeno io che Verga era un esponente del Verismo. E non mi ricordo nemmeno che avesse mai scritto Il piacere

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  3. Approfitto del tuo link postato su un altro blog per raccontarti il mio pre-esame.
    Purtroppo non sono un trentenne, ma un cinquantenne (e 6 giorni).
    Nel mio caso si trattava di un esame mirante a verificare, cito dalla convocazione, "a scopo unicamente orientativo, il possesso delle competenze e abilità di base relative all’uso corretto della lingua italiana in forma scritta e all’uso dei sistemi informatici".
    La premessa è che la facoltà è Scienze della Comunicazione, curriculum giornalismo.
    Mi è arrivata la comunicazione in posta elettronica, e la convocazione era allegata sotto forma di documento word per windows ultima versione. Impossibile leggere la convocazione con il Mac (ho quattro Mac, e solo Mac!) o con computer con sistema operativo Linux/Unix.
    Visto che la facoltà è "Scienze della Comunicazione", non mi pare che le modalità comunicative siano state adeguate :-)
    Inutile sottolineare che TUTTI gli indirizzi email erano nel campo "destinatario", assolutamente in chiaro, e questo significa che adesso ognuno di noi ha i 160 indirizzi email degli altri iscritti. Alla faccia della privacy :-)
    Non ho grossi problemi con l'informatica.... il primo computer l'ho comprato in scatola di montaggio nel 1974 e l'ho dovuto montare io, SALDANDOLO; da allora non ho più smesso di giocare :-)
    Sono stato anche il responsabile informatico di un centro di calcolo con molti dipendenti, e mi sono tenuto in allenamento.
    Mezz'ora prima dell'orario ero già nell'aula magna ad aspettare l'arrivo degli altri partecipanti. Qualcuno si era portato la mamma, che sedeva a fianco.
    Un paio di "barely teens" con grandi occhi azzurri, appena arrivate da Paesi dell'est (ed evidentemente intenzionate ad ottenere un permesso di soggiorno per studio), conoscevano forse venti parole di italiano, ma avevano la minigonna con lo stivale sopra il ginocchio, e non ho potuto fare a meno di tifare per loro.
    Maledetti cromosomi! :-)
    Credo che valga la pena di citare l'ultima domanda del test di italiano:
    "a chi spetta il titolo di Eminenza?".
    Sentivo mormorare intorno "vescovo, vescovo, vescovo...."
    A me pareva che il titolo spettasse ai cardinali, e questo ho scritto.
    Ho consegnato il test, ed al momento di uscire ho chiesto al docente quale fosse la risposta corretta all'ultima domanda.
    Mi ha risposto: "Lo vadi a vedere su un dizionario".
    Io spero che scherzasse, ma non sorrideva :-(

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