- Swap: può essere tradotto con "scambio"
- Barter: può essere tradotto con "baratto"
In tempi di magra si ritorna spesso ad un'economia di scambio, basata non sul danaro, ma sulle competenze, sulle capacità, sulla produzione propria. Nel terzo millennio, infatti, non solo i beni materiali, ma anche i servizi sono preziosi, e le nostre capacità possono essere utili agli altri.
Per quanto riguarda lo scambio, stanno tornando di moda non solo i mercatini dell'usato (il troppo abusato mercato del vintage), ma anche lo scambio di vestiti e accessori tra parenti e conoscenti. Spesso un acquisto che per noi è stato sbagliato, è giusto per nostra cugina, per la nostra collega di ufficio o per il vicino di casa. E se il nostro giardino ha prodotto troppa frutta, o troppi pomodori il nostro orto, qualche amico pensionato può aiutarci a trasformarli in conserve e marmellate. Ovvio che una parte della produzione andrà a lui/lei. Se il nostro vicino ci ha tenuto i bambini per una sera, ricambiare il piacere sarà non solo adeguato, ma anche una situazione per far familiarizzare i piccoli (se poi non hanno feeling, bhé, non si ripeterà l'esperienza e stop).
L'amica pratica in taglio e cucito sarà felice di conoscere una persona brava nei piccoli compiti di estetica, o il mago del bricolage una buona giardiniera. Se abbiamo piante che si riproducono facilmente, o hanno fatto i semi, scambiarle con amici dallo stesso pollice verde permetterà a tutti di arricchire balconi e orti.
Se poi si è invece bravi in burocratese o nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi, una persona brava a riparare le macchine potrebbe esserne entusiasta.
Evitando gli approfittatori (che ci sono sempre...) scambiare oggetti o capacità può essere un buon modo per risparmiare aumentando i contatti umani.
PS negli USA e in Gran Bretagna da un paio di anni a questa parte sono aumentati gli "swapping parties" e il baby sitting di comunità!
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