domenica 13 novembre 2011

The winter of our discontent / L'inverno del nostro scontento

Questa è una pagina pedante, vi avverto subito.

Per una serie di ragioni che non sto qui a riepilogare, questa frase è diventata molto popolare in Italia da 3/4 mesi.

A casa Economa/Radioamatore lo è da circa un anno, perché il poveretto viene investito dalle mie considerazioni pessimistiche un giorno sì e l'altro pure.

Ma da dove viene questa frase, cosa significa esattamente e perché viene citata così spesso?

Come al solito, in origine aveva un altro significato e solo recentemente ha preso quello per cui viene esclamata oggi.

La frase è del nostro caro amichetto Guglielmino Crollalancia, o, se non siamo autarchici, William Shakespeare; è nel primo atto del Riccardo III, quello del regno e del cavallo (re che inoltre in nostro caro autore ha contribuito ad infangare storicamente e non poco). E'proprio il primo verso dell'opera, ma è interessante leggerlo con il secondo.

Now is the winter of our discontent, made glorious summer by this sun (o son) of York.

Ora è l'inverno del nostro scontento, divenuta gloriosa estate grazie a questo sole (o figlio) di York.

Orpo. Pare che la cosa non abbia proprio il significato che siamo abituati ad attribuirle, anzi, originariamente esprimeva proprio il contrario.

Quando allora c'è stato il ribaltone? Cinquanta anni fa, nel 1961 quando John Steinbeck pubblicò il suo ultimo romanzo "The winter of our discontent", è creò il suo titolo prendendo parte dei versi del Riccardo III e decontestualizzandoli.

L'inverno dello scontento a cui si fa riferimento è quello del 1956, quando gli USA vennero colpiti da uno scandalo riguardante i quiz televisivi (recuperate il film "Quiz Show" di Robert Redford, se potete) ed in cui viene delineata la caduta morale di Ethan Allen Hawley, che anticipa le inquietudini del buon cittadino statunitense alla fine degli anni sessanta.

Il senso traviato della citazione viene quindi da questo romanzo.

Adesso, se vi citano la frase, potete stupire amici, colleghi e conoscenti con questa spiegazione assolutamente inutile, ma didatticamente esatta.



1 commento:

  1. L'inizio del Riccardo III (e anche il seguito) è unad elle cose più belle che io abbia mai letto (compresa l'offerta dell'anello alla donna che vuole, dopo aver sparso -forse-il sangue di suo marito; cito a braccio: "vedete come questo anello circonda il vostro dito? Allo stesso modo il tuo petto racchiude il mio cuore. Portali entrambi, perché entrambi sono tuoi".
    Non è fantastico? :-)
    Ti ringrazio della citazione. Mi hai fatto recuperare un libro letto vent'anni fa e mai più ritrovato. Ho scoperto che lo ha ripubblicato Sellerio: è la storia di un detective che, annoiato perché fermo per malattia, si mette a cercare notizie su Riccardo III, per scoprire che, forse, il grande Bardo non aveva poi tutta quella ragione ("La figlia del tmepo" di Josephine Tey)

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