giovedì 12 agosto 2010

Le scarpe di Mordo Nahum

Quando c'è la guerra, a due cose bisogna pensare prima di tutto: in primo luogo alle scarpe, in secondo alla roba da mangiare; e non viceversa, come ritiente il volgo: perché chi ha le scarpe può andare in giro a trovar da mangiare, mentre non vale l'inverso.
"Ma la guerra è finita" obiettai: e la pensavo finita, come molti in questi mesi di tregua, in un senso molto più universale di quanto si osi pensare oggi.
"Guerra è sempre" rispose memorabilmente Mordo Nahum.
Primo Levi, "La Tregua"
Chi ha letto Primo Levi conosce bene questo dialogo: dopo la liberazione dal campo di sterminio, Levi compie un viaggio molto lungo per tornare in Italia. A Cracovia conosce un greco (un "supergreco"), Mordo Nahum, con cui stringe un legame di qualche giorno; Primo ha scarpe non adatte e soffre molto, Mordo lo aiuta e gli fa notare la sua sventatezza.
La filosofia di Mordo Nahum è concentrata in quelle tre parole "Guerra è sempre" con cui avverte Primo: bisogna sempre essere pronti, soprattutto al peggio, e farsi trovare preparati.
Oggi stavo leggendo sui giornali l'allarme degli economisti: la ripresa di inizio 2010 è stata solamente un timido riprendersi e non c'è sicurezza che dopo l'estate le cose vadano meglio. Sono passati tre anni dall'inizio della crisi (tre anni, sembra una vita), da quell'agosto 2007 in cui dagli USA arrivavano strani termini come "Subprime" e "Credit crunch".

In Italia in un primo momento la maggior parte delle persone come Primo Levi non aveva capito bene la necessità di trovare le scarpe prima del cibo: la propensione al risparmio, la certezza di un lavoro fisso per alcuni (statali e parastatali), il risiedere in zone ricche della nazione per altri, un'assistenza statale comunque molto diffusa, caratteristiche che rendono gli italiani diversi dagli statunitensi, ci hanno resi sicuri che le nostre scorte di cibo fossero comunque sufficienti per una breve guerra.

Qualcuno è stato Mordo Nahum. Qualcuno ha capito in tempo che bisognava preparare le scarpe.
Ho iniziato il blog un anno e mezzo fa e, nonostante allora l'ottimismo regnasse sovrano, ci avevo visto giusto quando sostenevo che la crisi non fosse ancora finita, anzi, che dovesse ancora iniziare. Questo inverno sarà lungo per tutti: spero che il Mordo Nahum che è nascosto in tutti noi ci permetta di avere le scarpe. Qualcuno le ha messe da parte negli ultimi tre anni, alle prime avvisaglie, chi un paio, chi di più. Altri stanno mantenendo il più possibile quelle che anno, magari portandole dal calzolaio a riparare. Altri si troveranno con i sandali in pieno inverno, come successe a Levi.
Sì, ma quali possono essere le scarpe invernali? E quali sono i metodi per conservarle? Cosa farebbe al posto nostro Mordo Nahum?

2 commenti:

  1. Prima le scarpe cosi possiamo camminare per andare a cercarci il cibo. Poi il cibo che una volta trovato non ci darà dispiacere alcuno se abbiamo camminato troppo per averlo.

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  2. "...quelle che anno..." complimenti per la conoscenza grammaticale!

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