Visualizzazione post con etichetta Burofollie. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Burofollie. Mostra tutti i post

sabato 20 giugno 2015

Quella storia del curriculum sempre pronto....

L'ego dell'Economa è alquanto voluminoso (tale da occupare interi magazzini e capannoni), soprattutto per la sua convinizione di essere la persona più organizzata del mondo. 

Le sue doti di casalinga lasciano molto, molto, molto a desiderare (anche se nel piano di miglioramento che mi sono posta e di cui vi parlerò a breve la faccenda è stata minuziosamente analizzata e ricalibrata), ma quando si parla di burocrazia, di solito si erge, vestita da come Julianne Moore nella scena onirica del "Grande Lebowski" (vi ricorda niente? Aiutino, una pubblicità in giro attualmente) e afferma sicura "Già l'ho fatto".

Documenti della dichiarazione dei redditi? Pronti a gennaio.
Bollette? Archiviate certosinamente con allegate ricevute di pagamento.
Scadenze, F24, pastoie? Roba da dilettanti.
Il curriculum? Sempre aggiornat..... Ooooops.

Qualche giorno fa l'Economa doveva presentare in tempi stretti un curriculum (di cui già prevedeva un utilizzo del modello "10 piani di morbidezza", ma presentarlo sciatto pareva brutto) e lallera lalera pensava che fosse pronto, bello, con la sua bibiliografia tutta a posto e scintillante nella sua completezza. 

Col fischio. 

Tre giorni a ritrovare il bandolo della matassa tra mezzi curricula sparsi tra chiavette e PC, posta elettronica, fogli excel di pubblicazioni e convegni e siti internet irraggiungibili. Nervosismo alle stelle e Radioamatore con l'occhio del Gatto con gli Stivali.

Ora il curriculum è veramente aggiornato (quindi sicuramente manca qualcosa)  e sono ferramente decisa a mantenerlo tale, anche se rimarrà inutilizzato.


E il piano di miglioramento? Il seguito alla prossima puntata!

domenica 8 febbraio 2015

Il gruppo del fare

Ha preso forma per caso, in occasione di un concorso a premi. 

Avevo ripreso un post di Iome in cui si prospettava un anno del fare, ed effettivamente ad un mese di distanza posso constatare che ho fatto, faccio e sto facendo. Cosa?

Ho iniziato a potenziare le due-tre cose in cui sono abbastanza abile (la burocrazia, innanzitutto, o l'acquisto di beni e servizi con la tecnica "Pazzi per la spesa") ed è stato un buon inizio 2015: per le cose serie ho sbrogliato un paio di matasse toste conto terzi, ne sto studiando almeno altre due e quando di mezzo c'è la malattia bisogna fare presto e bene.
Per il "Pazzi per la spesa" ho comperato il Dash Ecodosi Pods da 18 capsule a 1,19 euro e vado a vantarmene al bar, sto per far scorta di Pantene a 0,90 euro e durante questa mattinata pianificherò un concorso (Lactacyd - Tigotà) poiché la Divinità dei Concorsiti mi ha fatto arrivare venerdì una carta acquisto Tigotà vinta con un altro concorso ad ottobre (ho una vita molto piena....). 

Cucino, con gusto, piatti nuovi che stranamente trovano l'approvazione del Radioamatore. 

Il lavoro? Il lavoro va a gonfie vele, e mi è caduta dal cielo un'attività supplementare insperata e fonte di bonus: gestione di un archivio (che per me corrisponde al gelato di vaniglia, quello buono). 

Ho iniziato a far partire con ancora maggior frequenza pacchi e buoni sconto in giro per l'Italia a parenti e amici. 

Sto facendo. 

Mi piace.

domenica 24 luglio 2011

Quando il gioco si fa duro, ovvero l'ufficio concorsi dell'Economa

Quando le persone vengono a conoscenza delle mie vincite ai concorsi a premio, la prima domanda che mi fanno è :"Ma come fai? Io non ho mai vinto niente". Fermo restando che quando ribatto "Ma tu partecipi?", il 90% delle volte la risposta è :"No, tanto non vincerei", oggi l'Economa vi spiegherà un po'di cosette sull'organizzazione di un "Ufficio concorsi" funzionale.

Intanto sono in ballo con l'ultima minisfida Pepsi che scadrà alla mezzanotte del 28. Se volete aiutare, sapete come ;)
L'ultima volta mi hanno fregato all'ultimo il Radioamatore (notate il nick) e mi rode assai.

Dunque, dicevamo? Ah, sì, come ci si organizza con i concorsi. Allora, partiamo dal fondamentale; nei concorsi ci vuole fortuna, una fortuna molto particolare che comincia con la C (come altrimenti spiegare la card da 250 euro vinta l'anno scorso con un concorso legato ai mondiali, gratuito e per cui avevo partecipato con un solo account il numero di volte minimo per partecipare all'estrazione?).

La fortuna comunque non aiuta solo gli audaci, ma anche chi sa rincorrerla con metodo e costanza (la migliore amica di fortuna e di Nonna Speranza, e se non la capite senza cercare su gooooogle mi arrabbio).

L'ordine è fondamentale, quindi organizzate un ufficio concorsi; bastano poche cose, un'agenda per le scadenze e i concorsi che vi interessano, un pc con l'ADSL, il sito di Soldissimi, buste da lettera, un tubetto di colla, un rotolino di scotch, forbici da carta, carta per scrivere, penna, attaches, una scatola e varie buste trasparenti/raccoglitori.

Il fare concorsi è un hobby, e come tutti gli hobbies può costare molto, poco o nulla. Il mio consiglio? Partite bassi, con i gratuiti. Scrivete quanto spendete e quanto ricavate. Volete proprio fare come l'Economa? Probabilmente, se avete seguito il mio consiglio di iscrivervi a qualche panel di sondaggi, forse vi è arrivato il primo buono. Di solito sono da 5 o da 10 euro; allora saranno i primi, e speriamo gli unici, soldi che investirete. In francobolli ed sms (diciamo 5 francobolli e 20 sms).

Abbiamo stabilito i mezzi; ora andiamo con le istruzioni.

Primo e fondamentale punto: non si compra un prodotto solamente per il concorso, lo si compra perché lo si utilizza. Inutile riempirsi di carta igienica, detersivo o bevande gasate solo per sperare in una vincita. Vi concedo il bere una marca di Cola invece di un'altra (e vi stupisco, nel prossimo post parleremo di marche!!!!), o un tipo di majonese al posto dell'usuale.

Detto questo, se avete parenti/amici/colleghi che non fanno concorsi, fatevi dare una mano. Conservate soprattutto gli scontrini e date un'occhiata su Soldissimi se qualche prodotto comperato è associato ad una promozione. Ovviamente, ogni tanto ringraziate in qualche modo chi vi ha aiutato (ad esempio, regalando detersivi vari ricevuti in regalo con una promozione come ho fatto io).

Terzo punto, gli scontrini trovati di solito sono fortunati. Però non ve l'ho detto io ;)

Quarto punto; leggete il regolamento. Rileggete il regolamento. Andate a dormire. La mattina a mente fresca rileggete il regolamento e segnate a matita i punti salienti (data delle estrazioni, possibilità di vincere uno o più premi con lo stesso nominativo, partecipazione all'estrazione finale...).
Con Motta due anni fa ho sbancato perché avevo studiato il meccanismo delle estrazioni (ed ho avuto tanto, tanto, tanto fattore C). Vi ho detto che dovete leggere il regolamento?

Fin qui, nulla di speciale. Con il prossimo post inizieremo a condividere un po' di conoscenza data da anni di concorsi.

giovedì 2 settembre 2010

L'ufficio in casa

Come sapete ormai tutti l'Economa è una pericolosa psicopatica. Tipico suo atteggiamento è quello del voler organizzare l'universo mondo.
In uno dei suoi accessi meno pericolosi (immaginate gli altri) la folle ha deciso di creare un "Ufficio di casa". In cosa consiste? Semplicemente nello strutturare la burocrazia domestica come una burocrazia aziendale. Il che sarà anche da pazzi furiosi, ma ha una certa utilità in termini di spazio, tempo e soldi risparmiati.
Come cominciare? Penna, inchiostro e calamaio
Per prima cosa, inziamo dai materiali: le penne e le matite. Tutti abbiamo penne e matite ovunque per casa, ma quando le afferriamo per un appunto importante, non scriveranno mai. Quindi step 1: raccattate tutte le matite e le penne che sono in giro e mettetele sulla scrivania. Fate il test scrittura: se non scrive, cestino dei rifiuti, se scrive, mettetela in una scatola/borsa/busta. Temperate tutte le matite. TUTTE. Mettetele assieme alle penne. Se rinvenite gomme per cancellare, mandatele a far loro compagnia.
Ora, quanti punti/scrittura avete? Uno vicino ad ogni telefono, suppongo, uno per ogni scrivania, uno in cucina. Abbinate allora una penna ed una matita e posizionatele nel punto scrittura. Ad ogni evenienza saranno pronte per l'uso.
E la carta? I blocchetti per scrivere potranno essere creati da fogli stampati solo per metà, come ad esempio il retro di calendari, o da vecchie agende (ne ho alcune del 1992 che sono una favola per i conti). I blocchetti "buoni" metteteli da parte.
Un rotolo o due di scotch trasparente con relativo portarotolo dovrebbero troneggiare su ogni scrivania, assieme alla scatolina delle attaches (le attaches giacciono spesso abbandonate nei punti più impensati, dentro e fuori casa, raccoglietele, se necessario lavatele e mettetele nella scatolina).
Ora, trovate un cassetto e fatelo diventare il cassetto della cancelleria. Metteteci la borsa delle penne e delle matite, un temperamatite buono, i blocchetti di carta di riserva, la spillatrice e la levapunti, se siete maniaci come me anche la forafogli, ricambi di scotch, un tubetto di colla per carta e una scatola di puntine da disegno.
Fatto? Ora se finisce una penna, saprete subito come e dove trovarla. L'importante è rimettere ogni oggetto a posto dopo l'uso.
Ah! Avete presente le penne e le matite che regalano come gadget nei congressi e nelle fiere? Bene, sono una fonte preziosissima per il vostro cassetto della cancelleria, prendetene sempre una se ve la offrono (ho detto UNA, ok?). Se siete fortunati si rimediano persino gli evidenziatori!!!
La prossima lezione sarà più difficile: un archivio in casa.

mercoledì 1 settembre 2010

Conti, perché non sei solo un conto.....

Il titolo del post è preso da un vecchio slogan di una banca, poiché l'Economa ha avuto a che fare con le banche per un paio di giorni.

Spiegone: una persona le aveva chiesto un consiglio riguardante i conti deposito.

Per verificare le condizioni e le possibilità date da questo strumento il dinamico duo si è messo su internet per farsi mandare del materiale. Purtroppo ci sono stati intoppi dovuti al conto di base che la persona in questione aveva.

A questo punto abbiamo voluto vederci chiaro ed abbiamo verificato i costi ed i servizi offerti dal conto base: era caro e a parità di servizi scomodo, ed il titolare ha deciso di chiuderlo.

In un'oretta abbiamo predisposto l'apertura di un nuovo conto più economico e flessibile, e del conto deposito di cui sopra. Non avremo risparmiato milioni di euro, ma abbiamo fatto un puro discorso di concorrenza: i soldi al migliore!

Avete mai fatto una "manovra" del genere nel settore bancario?

sabato 13 marzo 2010

Altri consigli per risparmiare tempo (e denaro).

Mi sono venute in mente altre cose, oltre a quelle già pubblicate, per risparmiare tempo!

Tenete in ordine i vestiti, sia negli armadi che nei cassetti. Non dovrete ristirarli e li troverete subito quando vi servono.

Accendete elettrodomestici ed apparecchiature elettriche solo quando vi servono: risparmierete un sacco di elettricità (sono spenti per il 90% del tempo). Esempio? Le stampanti dei PC!

Non scrivete i numeri di telefono su foglietti volanti senza il nome del proprietario, trasferiteli subito in rubrica (cartacea ED elettronica). Li ritroverete in un baleno. Ah, segliete un criterio univoco (nome cognome, cognome nome).

Scrivete ogni giorno una lista delle cose da fare e cancellatele man mano che le fate. A sera, trasferite quelle rimaste in sospeso in cima alla lista del giorno successivo.

Sfruttate i "buchi" di tempo; a volte in 5 minuti si possono fare un sacco di cose (spolverare una stanza, controllare la posta elettronica, scrivere post per il blog, annaffiare le piante, spolverare una stanza...).

Scrivere subito ciò che ci viene in mente: cose da fare, lista della spesa, idee. Subito!!!

Se preparate o cucinate cibi che possono essere conservati, fatene doppia o tripla razione e trasferite il di più in contenitori etichettati da mettere in freezer o dispensa. Perderete meno tempo a lavare e mettere in ordine. Domenica con 2 confezioni di budino e un litro di latte ho "svoltato" un dessert domenicale e due pranzi in ufficio (santo barattolo con chiusura a vite!!!). Non ho sporcato né bilancia né brocca graduata (di solito le dosi sono per mezzo litro di latte).

Raccogliete in giro le attaches, gli elastici e i laccetti di chiusura dei sacchietti alimentari. Metteteli in posti ben precisi, non perderete tempo a cercarli. Le attaches sono fenomenali, si autoriproducono (se ne trovano ovunque, sono decenni che non le compero).

Catalogate in un apposito raccoglitore ad anelli i documenti per la dichiarazione dei redditi. A gennaio inaugurate una cartellina trasparente su cui applicherete un'etichetta con scritto l'anno in corso. Mettete i documenti lì dentro non appena ne siete in possesso. A fine anno dovrete solo riordinarli per genere e tirare le somme. Il vostro eventuale commercialista ringrazierà; se invece siete autodichiarazionanti come la sottoscritta vi amerete molto da soli.

Vediamo se mi verrà qualche altra ideuzza nei prossimi giorni.

giovedì 11 marzo 2010

Come non perdere tempo. Piccoli suggerimenti

Al giorno d'oggi la vita è una continua corsa: andiamo al lavoro, mettiamo in ordine, telefoniamo, gestiamo la mail... E spesso qualche piccolo contrattempo ci mette i bastoni tra le ruote. Piccole cose, ma che fanno perdere un sacco di tempo!

Allora ecco qualche suggerimento basato sulla mia esperienza personale; ovvio, gradisco anche i vostri!
1) Non appena portate a casa un capo d'abbigliamento nuovo, controllatene i bottoni e, se sono laschi, ricuciteli subito con filo buono. Se il capo ha bottoni di riserva, metteteli tutti nello stesso posto con l'indicazione di appartenenza (esempio, cappotto grigio, gonna nera corta...). Preverrete la perdita di bottoni e, se se ne perdesse uno, avrete la sostituzione a portata di mano.
2) Pulite sempre le scarpe prima di riporle. Una volta al mese fate la manutenzione; impermeabilizzate il camoscio, nutrite e lucidate la pelle, lavate le scarpe da ginnastica più nere... Non c'è niente di peggio la mattina di mettere le scarpe ed accorgersi che sono sporche!
3) Un nemico della fretta? Il rotolino di nastro adesivo di cui non si vede il capo libero. Un rimedio? Con calma trovate il capo, alzate un pochino di nastro e mettete un'attache vicino al bordo, poi richiudete. Troverete così subito l'inizio del rotolo, non ne sprecherete un millimetro (come succede con l'altro metodo di ripiegare un po'il bordino) e sarete molto più contenti. Ah, fatelo ad ogni uso, mi raccomando.
4) Moduli da tenere in casa in almeno tre copie: Raccomandata, con eventuale ricevuta di ritorno, Pacco semplice, Pacco celere, Bollettino di conto corrente (a due o a tre scomparti, meglio a tre). Poi buste formato ufficio, bigliettini di auguri neutri, carta da regalo neutra (non di Natale o Pasqua, per intenderci), nastro da regalo.
5) Dovete andare alle poste? Evitate i giorni delle pensioni (dall'uno al 15 di ogni mese). Arrivate con il modulo/bollettino già compilato e regolatevi subito sul numerino da prendere.
6) Gettate tutte le penne che non scrivono più; mettete in evidenza quelle per metà consumate e usatele per prime. Tenete le matite ben temperate, e temperatele prima di riporle. Controllate le scorte di carta nella stampante e nel fax.
7) Scrivete le vostre password su un'agenda e nascondetela bene (ricordatevi dove sia!!!). Tutte le password, mi raccomando, anche quelle per i siti dei concorsi e gli indirizzi e mail di scorta. Cambiatele ogni tre mesi (quelle della banca e delle e mail) o ogni sei (quelle dei concorsi).
8) Quando pagate al supermercato, tenete già pronte tessere punti, danaro o bancomat e buste. Pagate non appena la cassiera vi dice l'importo totale, in modo tale da farle chiudere il conto e liberare la cassa.
Per il momento non mi viene altro in mente, ma aspetto i vostri consigli.

martedì 9 marzo 2010

Il curriculum vitae, ultima parte.

Per prima cosa, devo confessarvi di aver scordato una cosa: l'indirizzo e mail dal quale mandate i curricula può avere molta importanza. Createne uno molto serio, in formato nome.cognome@. Dato che ho visto indirizzi tipo Paperinik@ e roba simile, mi rendo conto che questo avvertimento non è ovvio come pensavo. Ah, evitate anche quelli tipo dott.nome.cognome@, ed il terrificante cognome.dott.nome@ che è veramente orrendo.
Per il resto? Schemi di curriculum ne esistono a iosa, io vi fornisco solamente qualche altro consiglio:

Scaletta chiara:
  • Dati personali
  • Studi
  • Esperienze professionali
  • Capacità
  • Conoscenza lingue
  • Conoscenze informatiche
  • Autorizzazione ai dati personali ex D.Lgs. 196/2003 (la legge 675/96 è stata abolita da sette anni, facciamocene una ragione).
Di solito si procede dalle esperienze più recenti a quelle più vecchie. Non omettete i dati (voto di laurea e/o diploma, data di conseguimento...), dareste l'impressione di voler coprire qualcosa.

Tenete il curriculum aggiornato e non superate le due pagine (massimo tre). Siate chiari, ma neutri (non date giudizi su voi stessi); non vanno più di moda le aspirazioni personali, e non si parla mai di soldi. La foto va messa solo se richiesta.

Adattate il curriculum alla posizione richiesta, e personalizzate per quanto potete la lettera di presentazione, tenete sempre il curriculum aggiornato, casomai copiatelo e sfrondatelo alla bisogna.

Avete altri consigli? Soprattutto, in bocca al lupo!

sabato 27 febbraio 2010

Il curriculum 2, la vendetta

Vi ho descritto la mia esperienza nella selezione del personale. Dopo avervi dato qualche trucco per non far imbestialire il selezionatore al momento di aprire la vostra mail, passiamo ora alla fase 2. Come per la lettera (vi ricordate?), anche l'occhio vuole la sua parte.

Quindi che fare? Vi ho descritto i tre documenti-tipo richiesti

  1. Copia della carta di identità
  2. Lettera di presentazione
  3. Curriculum
Come fare per renderli gradevoli? In primo luogo la carta di identità: paragonata con la patente, ha il vantaggio di riportare una foto abbastanza recente (su alcune patenti ci sono in realtà ritratti di epoca ignota di personaggi che sicuramente non sono assimilabili al titolare. Tipo cantanti folk anni settanta o punk neoromantici; visti con i miei occhi, e sono attualmente stimati professionisti).

Di solito però la foto non ci rende giustizia o è troppo "in posa". Quindi aggiungete una foto al curriculum, scegliendola tra quelle in cui siete più naturali e ben messi (con gli attuali programmi è un gioco da ragazzi, se siete particolarmente vanitosi fate come alcune persone che si autophotoshoppano e lavano via sudore e occhiaie, evitando l'effetto plasticato, possibilmente).

Scannerizzate la carta e, come vi ho detto, create un .pdf o .doc unico e leggero. In questo modo manterrete i dettagli e non appesantirete la mail.


Per la lettera di presentazione ed il curriculum, prima di addentrarci un consiglio: ho visto documenti scritti tutti in maiuscolo, curriculum e presentazione in due stili diversi, con font diversi, uno a bandiera e uno giustificato, scritti senza le più elementari regole di formattazione.

No. NON vanno bene
.


Scegliete un font, un'interlinea ed una formattazione ed usateli per entrambi i documenti. Fate vedere che siete bravini, mettete data, blocchi indirizzo eccetera tutti benino. Per altri consigli di stile, riguardate i post sulle lettere.
Passeremo così poi al contenuto, un altro brutto scoglio.

giovedì 25 febbraio 2010

Il curriculum vitae ovvero ho visto cose....

Per una serie di motivi che è un po'lungo spiegare qualche tempo fa l'Economa si è trovata nel bel mezzo di una selezione di personale, e, cosa strana, era dalla parte di chi doveva visionare i curricula.

Diciamo che da questa esperienza ho capito molte cose, tra cui il fatto che informatica ed italiani NON vanno a braccetto.

Dopo questa premessa, posso permettermi di dare qualche consiglio, basato sulle casistiche che più danno ai nervi ai selezionatori. Sì, perché la prima scrematura è data proprio da questo fattore: più il selezionatore va fuori dai gangheri, minori solo le possibilità anche remote di assunzione.

Quindi, se vi chiedono un curriculum, una lettera di presentazione ed una copia del documento, il tutto oramai va per e mail, avete quattro possibilità.
  1. Usare tre formati diversi del genere più improbabile e sconosciuto possibile, che il selezionatore, di solito Microsoft munito o se va di lusso utilizzatore anche di Open Office, non potrà aprire se non previo scaricaggio di applicazioni varie. Livello incavolatura: tendente ad infinito
  2. Usare tre formati diversi di uso comune o una cartella zippata: il selezionatore dovrà armeggiare un po' per aprire i files pesanti, e non è un bene. Livello dell'incavolatura: abbastanza sostenuto.
  3. Usare per tutti i file lo stesso formato, di solito il .doc, ma mantenere i files separati. Il selezionatore comunque dovrà aprirli tutti e tre. Livello dell'incavolatura: sostenibile.
  4. Trasformare i tre files in un'unico .doc (benino) o .pdf (se è un .pdf testo, siete dei grandi). Con il primo ci possono essere rallentamenti (se applicate le .jpg o .tif o .bpm su un word rimangono pesanti), con il secondo il selezionatore gioirà come Grosso dopo il gol contro la Germania. Livello dell'incavolatura: assente, anzi vi adoreranno.
Inoltre, evitate i servizi di maximail o jumbomail, che faranno fare giri assurdi ai selezionatori. Soprattutto, se siete abbastanza masochisti da optare per questa soluzione, non impostate per il link scadenze brevi (tipo 24 ore che scadevano di domenica, visto con i miei occhietti santi), ma optate per 15 o 30 giorni. Mai e poi mai vi richiameranno se il link è scaduto!!!

Ovviamente, la mail deve essere "leggera", e gli allegati leggibili.

Non barate. Armeggiate voi con il PC fin quando non trovate la soluzione, chiamare il/la nipote ventenne vi metterà davanti al rischio di essere sgamati se non saprete rifare quanto proposto nella mail. Se proprio siete frane, scrivete passo passo il procedimento che l'astuto/a quadrilustre metterà in pratica, ed esercitatevi a ripeterlo.

Detto questo, il prossimo post è sulla fase 2: cosa si troveranno davanti i selezionatori nel momento in cui apriranno i vostri allegati???
Il seguito alla prossima!

giovedì 30 luglio 2009

Come riempire un modulo

Leggere le parole chiave con cui le persone arrivano a questo blog è molto interessante, non solo per il gusto statistico, ma perché si scopre che è in testa alla classifica, e di gran lunga, la stringa "come si scrive una lettera".

Ho quindi deciso di continuare sulla scia delle burofollie con il post su "Come riempire un modulo".
Non iniziate a ridere, perché in vita mia ho visto cose che voi umani...

Il modulo soffre di schizofrenia: può essere il nostro miglior alleato o il nostro peggior nemico. Anche perché la sua funzione (richiesta di un bene o servizio) ci metterà in contatto con un altro essere umano e spesso la sua benevolenza nei nostri confronti potrà aumentare in
base a come presentiamo il modulo.

Prima parte: il modulo.

E'un modulo on line? Bene, di solito ha i suoi bei campi obbligatori, le sue crocette da mettere, eccetera eccetera. Parte dei possibili problemi non è presente. Quindi una sola, ma fondamentale, raccomandazione. State attenti a quello che scrivete e come lo scrivete (poi vedrete perché).
E'un modulo di carta? Sì? Allora il vostro primo compito è procurarvi una copia intonsa e non spiegazzata del modulo. Stampatelo da internet, se serve, ma aborrite le malecopie spiegazzate, le fotocopie di fotocopia sbiadite et cetera. Non abbiate mai una sola copia del modulo: due o tre vi leveranno parecchi imbarazzi in caso di errore. Conservate qualche copia di moduli di pronta beva in una bella cartellina ordinatamente posta in piano in uno dei vostri cassetti (evergreen: moduli per raccomandate e bollettini di conto corrente in bianco, su cui ci saranno post appositi).

Ora passiamo alla parte pratica: riempire il modulo. La penna, innanzitutto: non troppo sottile, di colore blu o nero (vi immaginate il burocrate di turno intento a decifrare il vostro codice fiscale scritto in lilla?), che non spanda generose macchie di inchiostro per il mondo. Mettetevi comodi per scrivere: ponete altri fogli sotto il modulo, affinché le scritte siano più chiare.
Ora vi chiedo uno sforzo: siate ordinati!!! Centrate le caselline, scrivete stampatello, fatevi aiutare dal primo calligrafo di vostra conoscenza che vi viene in mente (non dico chi sia, ma conosco una persona che riempie la dichiarazione dei redditi a macchina. NON al PC, a macchina!).

Fate attenzione a ciò che vi viene richiesto: sovrappensiero, vi potrebbe capitare di invertire nome e cognome, cap e numero civico, via di abitazione e comune (ogni riferimento alla sottoscritta è puramente voluto). Eventuali errori vanno sanati non con macchie nere, ma con il cambio del modulo (ricominciate da capo).
Non scordate mai la firma!!! Anzi, per prima cosa firmate il modulo, così non ci sono problemi.

Finita la compilazione lasciate riposare per qualche tempo: rileggete il tutto a mente fredda e consultando di nuovo le istruzioni. Se il modulo passa l'ultimo test qualità, inseritelo in una cartellina rigida fino alla consegna o alla spedizione.

Questo post probabilmente vi parrà scritto da una pericolosa psicopatica maniaca della burocrazia, e starete già chiamando la neurodeliri. Quando vi ho detto che ho visto cose che voi lettori non potete neanche immaginare non mentivo. Moduli bagnati, moduli modello origami, moduli scritti con inchiostro giallo, moduli non firmati, moduli che necessitavano di un esperto in lingua ittita per la decifrazione.
Ricordate che Edgar Allan Poe vinse un concorso letterario perché il suo racconto aveva subito catturato l'attenzione dei giudici per la spettacolare grafia dello scrittore.

Il prossimo post sarà sempre sui moduli e sui piccoli accorgimenti da avere quando si entra in un ufficio per chiedere un servizio.

giovedì 23 luglio 2009

Come non ricevere più telefonate pubblicitarie indesiderate

Molti di voi, soprattutto all'ora di cena, sicuramente riceveranno telefonate delle più svariate compagnie telefoniche, società di vendita per corrispondenza, organizzazioni di corsi di lingue che propongono i loro servizi.

Qualora non voleste più essere disturbati, vi scrivo la formula magica: "Ai sensi dell'articolo 7 del Decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 (Codice in tutela dei dati personali) NON voglio più ricevere comunicazioni pubblicitarie e, inoltre, esigo la cancellazione dal vostro data base".

Non insisteranno più di un paio di volte. Avvertenza, funziona con le grandi società, con quelle piccole è più difficile.

martedì 28 aprile 2009

La lettera parte seconda: la struttura

La seconda parte del nostro post sulla lettera inzia ad essere più specifica: curata l'estetica, andiamo a vedere il contenuto. Per prima cosa, stabiliamo cos'è una lettera: uno scambio di un messaggio tra un emittente e un ricevente. Affinché l'informazione sia intellegibile e venga recepita correttamente, bisogna usare un codice comune a tutti e due i soggetti. Tradotto in italiano corrente: voi dovete dire qualcosa ad un'altra persona. Per farvi capire, siate chiari e concisi. Prima di iniziare a scrivere, prendete nota dei punti chiave del vostro messaggio, per evitare di "perdere l'idea". Un buon testo, in generale, deve avere un'introduzione (o cappello), uno svolgimento e una chiusura. Nel nostro caso, l'introduzione sarà composta da:
  • Luogo e data
  • Intestazione del destinatario e del mittente
  • Oggetto
  • Prima parte della lettera
Il "cuore della lettera" esporrà invece il nocciolo della questione e la conclusione sarà formata da chiusura della lettera e saluti. Pronti? Bene, andiamo a svolgere il nostro temino!

Luogo e data; sembra facile... sappiate che è una delle parti della lettera che più attirano l'attenzione. Vi ricordate quando eravamo in prima elementare e datavamo i fogli del nostro quaderno? Esempio: Roma, 27 gennaio 1904 (eh sì, la mia età si vede tutta...). Se usate forme abbreviate (Roma, 25/01/1904 o Roma 27.01.1904) abbiate cura di usare lo stesso tipo di abbreviazioni per tutta la lettera (ad esempio, se nel testo appare un'altra data). Vi consiglio comunque di mettere la data per esteso, è molto più gradevole. Ora vi chiederete: ma dove va messa la data? E che credete di cavarvela con solo due post? Poveri illusi, ce ne sarà un terzo di puro sadismo postale.

Intestazione del destinatario e del mittente: PRIMA IL NOME E POI IL COGNOME, PRIMA IL NOME E POI IL COGNOME, sempre! Oooops, scusate, il mio attimo da Hannibal Lecter dell'italiano ha preso il sopravvento. Non c'è nulla di peggio di "Fantozzi ragionier Ugo" in un'intestazione (e figuriamoci in una firma). Non esagerate con i titoli, usateli se sono strettamente collegati al motivo della lettera (se scrivete ad un avvocato per questioni inerenti alla sua professione, possiamo tranquillamente intestare la lettera all'avvocato Azzeccagarbugli, se gli scriviamo in quanto affittuari di un suo appartamento, non è necessario). Aggiungiamo indirizzo, cap e città, ed ecco bell'e fatta l'intestazione.

Oggetto: non è indispensabile, ma è utile per chi riceve per inquadrare subito l'argomento del testo. Come scriverlo? Bhé, come ho fatto io con questo paragrafo penso vada bene!

Prima parte della lettera: ci mette in contatto con il ricevente e introduce in maniera un po'più articolata rispetto all'"Oggetto" la tematica. Diciamo che è un po' il riassunto del libro che troviamo in quarta di copertina, mentre l'oggetto è il titolo. Capite bene che, data la diffusa abitudine di giudicare un libro da questi due elementi, possiamo affermarne l'importanza. Sulle forme di esordio vi rimando al post sui contenuti, vi dico però che la prima parte della lettera non dovrebbe superare le 2/3 righe e deve essere separata dal corpo della lettera da uno spazio.

Il cuore della lettera
: espone con brevità, ma in maniera esauriente, il nostro messaggio. Siate chiari, ma concisi, non annoiate il lettore.


La chiusura della lettera
: ha lo scopo di cessare la comunicazione, lasciando però aperta la possibilità di un ulteriore contatto. Ha le stesse regole della prima parte (non più di 2/3 righe). Contiene due elementi di base: i saluti e la firma, su cui spiegheremo parecchie cosette.
Bene, questa è l'infarinatura. Il prossimo post sarà mooooolto più interessante. Andremo alle raffinatezze, suddivise ancora secondo questo schema.

venerdì 24 aprile 2009

Comunicazioni scritte: la lettera, primo passo

Quando ho scritto la prima burofollia, non pensavo che fosse un argomento così interessante per le persone che la hanno letta. Ho quindi deciso di andare avanti sull'argomento "corrispondenza" passando dall'esterno della busta a quello che la busta (anche elettronica!) contiene: una lettera, ovvio!

Al giorno d'oggi si pensa alla corrispondenza come un retaggio di tempi andati: sbagliato! Una buona lettera, un buon fax o una buona e mail possono far sì che la nostra richiesta, la nostra protesta o il nostro curriculum vengano presi in considerazione benevolmente.

Un buon testo ha due caratteristiche: un'estetica gradevole ed un contenuto chiaro, che si possono ottenere sia seguendo le consuete convenzioni, sia adattandole secondo il nostro gusto.

Una regola non scritta, ma che di solito funziona, è di non essere troppo prolissi: mai superare una pagina.

Partiamo dal classico dei classici, la lettera, per andare a fax ed e mail.

Una lettera leggibile: regole pratiche

Quando scrivo lettera leggibile intendo proprio leggibile nel senso letterale della parola (ommamma, questa frase o può essere intesa come un leggiadro chiasmo o come un'accozzaglia di ripetizioni. Fate voi).

Se scrivete a mano, siate chiari a tutti, non solo a voi stessi. Litigo con tutta la parentaglia quando mi presentano una lista della spesa illegibile, figuratevi quando devo sforzarmi ad interpretare documenti lavorativi in lineare A cretese. Idem per voi. O siete dei calligrafi, o scrivete a macchina o al computer.

Se scrivete al computer, PIETA', evitate il Comic sans MS che è il font più abusato degli anni tra il 2000 e il 2003! Idem per il Times News Roman, fa troppo veteroburocrate. Usate caratteri "senza grazie", come l'Arial o il Verdana (sono semplicemente i più leggibili, rispettivamente su foglio o su pc). Evitate come la peste il Matisse, a meno che non sia una lettera di ammissione ad un corso per ottici. Corpo del font, 12 (più piccolo non si legge, più grande è riservato, come vedremo, ai fax). Fate vedere di "saperci fare" con i programmi di videoscrittura: intestate la vostra carta carattere 8 o 10, fa una bella impressione saper usare le opzioni di questo tipo.

L'allineamento: fino ad una decina di anni fa, il giustificato era quasi d'obbligo, in realtà rende la lettura più difficoltosa a causa degli spazi irregolari tra parola e parola. Consiglio l'allineamento a bandiera a sinistra, si legge meglio ed è meno "quadrato" sul foglio.

Curate l'estetica (parliamo di lettere): studiate gli spazi (interlinea e tra paragrafi), in modo tale che il foglio sia pieno, ma non ricolmo, e ci sia uno stacco tra i vari elementi (il soggetto del prossimo post). Se spedite più copie di un testo, curate che siano tutte di ottima qualità (non fotocopie di fotocopie, ODIO i moduli e le lettere fotocopia di fotocopia, sanno di sciatto).

Abbiamo curato la cornice! Pronti per il quadro?


domenica 1 marzo 2009

Burofollie: come si scrive l'indirizzo su una lettera?

Una delle maggiori pecche del curriculum scolastico medio è dovuto alla totale assenza di istruzioni sulla gestione della corrispondenza.

Prima di iniziare a scrivere su come si compone una lettera, inizierò a dare qualche cenno su come si debba apporre l'indirizzo su una busta, cosa tutt'altro che semplice.

Gli indirizzi sono 2: quello del destinatario e quello del mittente. La composizione standard è questa

Prima riga: NOME E COGNOME (o DITTA)
Seconda riga: VIA o PIAZZA e NUMERO CIVICO (nel caso di Pubbliche amministrazioni o ditte, aggiungere, se possibile, l'ufficio destinatario prima dell'indirizzo)
Terza riga: CODICE DI AVVIAMENTO POSTALE E CITTA'
Quarta riga (opzionale per l'Italia, obbligatoria per l'estero): STATO

Analizziamo con ordine le varie voci.
Mai e poi mai mettere il cognome prima del nome, al limite si può evidenziare il cognome (in maiuscolo stampatello), ma è molto burocratico. Evitare la formula NOME Ingegner COGNOME, è orrenda, se proprio si voglia scrivere il titolo, lo si metta prima del nome.
Per quanto riguarda l'indirizzo, se la lettera è diretta in una grande città accertarsi che l'indirizzo sia il più completo possibile per evitare disguidi (immaginate le vie Rossi a Milano o Roma, sicuramente è meglio aggiungere il nome del signor Rossi...).
Idem per il codice di avviamento postale: alcune città sono divise in zone metropolitane, ogni zona ha il suo C.A.P. In Italia ci sono città omonime (ad esempio, Castelfranco), quindi accertarsi di scrivere il toponimo completo (esempio, Castelfranco Veneto).


Il destinatario si scrive usualmente in basso a destra sulla facciata anteriore della busta, sotto il francobollo.
Il mittente, se si tratta di corrispondenza commerciale, può andare in alto a sinistra della facciata anteriore, altrimenti sul retro della busta, preceduto dalla dizione "Mittente".


Per facilitare lo smistamento della posta, l'indirizzo va scritto con grafia chiara, dattiloscritto o stampato in inchiostro blu o nero.

Ultima nota: lo so che è un post pesante, ma sono rimasta alquanto sorpresa che parecchie esclusioni da concorsi pubblici o a premio sono dovute a indirizzi incompleti o scritti in maniera non chiara. Inoltre, le macchine di smistamento automatico sono tarate sulla composizione standard degli indirizzi, e scrivendoli correttamente si velocizzerà il servizio.

La seconda parte di questo post sarà la prima, vera burofollia; la raccomandata con ricevuta di ritorno!