skip to main |
skip to sidebar
Sarete sull'orlo di una crisi di nervi più e più volte.
Penserete di non farcela.
Vi troverete sedute/i, con lo sguardo nel vuoto, dopo aver fatto un po'di conti.
Cercherete imbianchini, idraulici, piastrellisti e fabbri con lo stesso spirito di un cosmonauta che si appresta ad affrontare lo spazio.
Però alla fine sarete felici come una Pasqua.
Dopo un mese e mezzo nella nuova casa il dinamico duo si sta un po'rilassando. Gli impegni ci sono e ce ne saranno ancora, ma il grosso è fatto e il resto può essere affrontato dall'interno della magione.
Quali consigli si possono dare a persone che devono acquistare un immobile o semplicemente traslocare? Tanti, forse troppi. Dal basso della mia recente esperienza posso dare una mano anche io e condividere qualche consiglio che per noi è stato valido.
Il primo consiglio è: non fate perdere tempo alla gente. E'vero che ora c'è un surplus di case sul mercato, ma trasformare il sabato nel "giro delle case che non ci possiamo permettere e non vogliamo acquistare" è segno di scarso rispetto verso venditori ed intermediari.
Quindi partite con due certezze: quello di cui avete bisogno e quanto potete spendere (con mutuo e senza mutuo).
Decidete zona, vani, accessori (ascensore, posto auto, vicinanza al lavoro e ai servizi). Fatto questo, saprete già più o meno dove e come orientarvi.
A questo punto le dolenti note: carta, penna, estratto conto e via con il budget (argomento che affronteremo nella prossima puntata).
Downshifting. Ne ho parlato una vita fa, quando la crisi in Italia non mordeva come ora, e tutto sembrava più roseo e possibile. E oggi? Vale la pena di fare scelte così radicali? Se prima poteva essere un "Sì e no", ora stiamo andando sempre di più verso il "No" secco; di solito chi tentava la scelta di vita alternativa veniva allettato da racconti "vincenti" e di modi per guadagnarsi da vivere "alternativi".
Per alcuni anni il leitmotif era il ritorno alle campagne, alla buona vita di una volta, all'autoproduzione. Certo. Si spende di meno (in termini di denaro, in termini di tempo e fatica è tutto un altro paio di maniche), si ha bisogno di meno soldi per vivere. Si produce e si baratta, e vai con il tango.
In tutto ciò c'è un solo, sottile problema di fondo. I soldi servono. Servono per le medicine ed i servizi sanitari (andiamo terra terra su uno dei problemi maggiori della crisi economica, il costo della salute), servono per pagare le bollette, se non si è in possesso di casa e terreno servono per i mutui, o per i prestiti per creare un agriturismo/B&B biologico (attività agognata nella decrescita felice).
I soldi servono perché il montante contributivo non si fa da solo, e se si passa un anno, due o tre come paladino del ritorno alla terra (garantito al limone, per più tempo non ce la si fa se non si ha almeno un membro del nucleo familiare con un lavoro stabile e decorosamente retribuito), questo buco si vedrà pari pari nella pensione; per di più anche una sola settimana come autonomo influisce sull'intero metodo di calcolo della pensione in maniera sostanziale.
Qualcuno, di solito il genitore che è andato in pensione ed ha preso la liquidazione, può aver fornito il gruzzolo per attivare l'azienda; i dati anche qui sono scoraggianti, perché si è fortunati se si supera il traguardo del secondo anno di vita. Agricoltura? Leggete questo, fa aprire bene gli occhi.
Signore e signori, parliamoci chiaro: i sogni sono belli, ma la realtà è dura.
Non si finisce mai di imparare. Ieri infatti sono stata resa edotta del fatto che "The Wombles" è stata una serie televisiva inglese andata in onda tra il 1973 e il 1975 la cui trama era basata su degli animaletti la cui attività principe era riciclare i rifiuti.
Dato che l'Economa è culturalmente onnivora, la storia delle pantegane che vivono sotto terra a Wimbledon in una circostanza normale sarebbe stata sicuramente posizionata nel reparto "Se me lo chiedono a qualche quiz la so" del suo archivio cerebrale (che, tra l'altro, è la sezione di gran lunga più ampia del famoso archivio e probabilmente la più curata).
In realtà, il termine in Gran Bretagna ha recentemente preso un significato ben preciso: dicesi wombling il raccogliere gli scontrini abbandonati al fine di ricavarne un vantaggio economico.
Il super Womble è il signor Stephen Auker, dotato anche di interessante canale youtube.
Fin qui, sembra di parlare degli gnomi di South Park che rubavano le mutande per ricavarne un profitto: come per la biancheria intima, è alquanto difficile capire come un pezzo di carta stropicciato e spesso sporco possa regalare qualche soddisfazione in dindini. In realtà (mi dispiace signori gnomi), il sitema per ricavare denaro dagli scontrini in UK è abbastanza chiaro: i supermercati (Asda ad esempio) hanno un programma in cui se la stessa spesa (minimo otto pezzi per Asda) sarebbe stata più conveniente del 10% da anche un singolo loro concorrente restituiscono un voucher pari alla differenza di prezzo più un 10% sotto la forma di buono acquisto.
Il signor Auker, che è un pensionato, ha fatto di questo suo hobby un mestiere (ricava circa 200 sterline al mese da questa attività, ma ormai è divenuto un personaggio pubblico e penso che questo conti economicamente).
Voi direte: "E allora? In Italia una cosa così ce la sognamo, anche se usassimo solamente i nostri scontrini senza andare a raccogliere quelli zozzi in giro". Avete ragione, in effetti: da noi niente buoni spesa. Qui gli scontrini possono servire solamente per altro:
- Concorsi a premi
- Catalina
- Premi sicuri
- App con cashback
Anche senza andare a caccia dei cosiddetti "scontrini orfanelli" in giro. Bastano i vostri. Certo, se uno scontrino abbandonato nel carrello che avete appena preso al supermercato vi permette di avere un buono da 10 euro da spendere in detersivi è tutto di guadagnato (successo a me, era la Missione risparmio Dixan) vi lascio il dubbio su cosa fare, e se abitate vicino ad un negozio dell'insegna Acqua e Sapone non è raro che riusciate a guadagnare qualche buono da 25 euro per l'iniziativa Victoria Procter and Gamble. All'ora di punta i reparti dove scivola la spesa alle casse si riempiono di scontrini lasciati lì dai clienti, e li raccolgo assieme alla mia spesa e al mio scontrino. In questo modo ho potuto regalare al mio ente benefico del cuore cinque coppie di flute da champagne nuove di zecca ed imballate, perfette per la riffa: iniziativa Ferrero legata all'acquisto di pralines natalizie.
Nel blog commerciale, quindi, troverete sempre più spesso iniziative legate agli scontrini. E non scordate i Catalina!