sabato 28 febbraio 2009

Come iniziare a risparmiare 1: il fattore cappuccino

Siamo partiti dal presupposto che "è il centesimo che fa l'euro" (o, per gli anglofoni, "Look after the pennies, the pounds will look after themselves"). Dobbiamo iniziare a riempire il nostro barattolo, iniziando da qualche semplice dritta. Vi ricordate il fattore cappuccino? Bene, iniziamo ad analizzare le piccole spese voluttuarie e vediamo se possiamo ridurle partendo dal titolare della definizione.

So benissimo che è dura. Ci svegliamo presto la mattina, con i minuti contati, non facciamo colazione a casa e la facciamo al bar dell'ufficio. Costo in euro dall'uno e mezzo ai tre.
Proviamo a organizzare una colazione a casa? La prossima volta che andate al supermercato, stabilite una cifra, magari 5 euro, con cui comperare, ad esempio, due litri di latte ed una confezione di brioches o cornetti. Preparate la caffettiera la sera prima di andare a letto, alzatevi 5 minuti prima e tentare per una settimana di fare colazione a casa. Se reggiamo, avremo risparmiato 10 euro, avremo evitato di assumere troppi grassi (il cornetto è pasta brioches addizionata con
un 50% di grasso, se ci va di lusso burro, di solito margarina a base di olio di palma), ed avremo ripreso una buona abitudine.

Il caffé al bar ce lo possiamo concedere per il dopo pranzo, in una pausa ristoratrice. Ah, ovviamente, i 10 euro vanno dritti dritti nel barattolo il venerdì sera.

Risparmio di base uno: il barattolo degli spiccioli

Un problema tipico della mia generazione è il rapporto con il denaro. Esempio? Qual è il vostro stipendio base? Ecco, abbiamo centrato il punto. Noi non sappiamo non solo quanto guadagnamo, ma neanche quando abbiamo. Gli stipendi sono accreditati in banca, non li vediamo, non li percepiamo, ma li spendiamo, tramite carte di credito, bonifici, bancomat eccetera. Step 1, quindi, riprendiamo il rapporto con il denaro contante. Utilizzeremo una tecnica modello "art attak". Per risparmiare, sono necessarie fondamentalmente 2 cose: i soldi (ovvio) ed una grande forza di volontà. La seconda serve per gestire i primi. Aiuta anche avere uno scopo, difficile da raggiungere, ma non impossibile: una vacanza, ad esempio, o un oggetto particolare che desiderate, o un investimento a lungo termine. A questo punto, fissati i mezzi e lo scopo, si procede con la fase operativa. Si va in cucina e si cerca un barattolo di vetro vuoto. Nei nostri ripiani uno si trova sempre. Non importa che sia bello, l'importante è lavarlo bene con acqua calda e detersivo, asciugarlo perfettamente e porlo in bella vista.

FATTO???

Bene. Ora andate in giro per casa, e cercate tutti i centesimi di euro che abbandonate in giro (vuotatasche, posaceneri, tasche, borse, ecc.ecc.).
Sono monetine detestate, di valore ridotto ma, come dicevano gli avi "E'con il soldo che si fa la lira", qundi è con il centesimo che si fa l'euro. Dopo averli raccolti, aprite il barattolo ed inseritevi i centesimi con un certo entusiasmo.

Avete appena iniziato a mettere le basi per la vostra spesa. Ora ponete il barattolo bene in vista, magari in cucina ed attaccatevi una foto del vostro obbiettivo. Vedere i soldi ed il risultato possono dare soddisfazioni inimmaginabili.

I prossimi post vi daranno alcune dritte per incrementare il gruzzolo. Passeremo comunque alla fase operativa più complessa: gestire uno stipendio.





Inglese per economi: the latte factor

Latte factor: somma delle piccole spese voluttuarie che possono incidere in maniera significativa sul proprio budget settimanale. Il termine, coniato dall'economista David Bach, prende spunto dal fatto che molte persone, pur lamentandosi di non riuscire a risparmiare nulla, ogni giorno facciano colazione al bar (il "Latte" nei paesi anglosassoni corrisponde al latte macchiato, che è abbastanza costoso, circa tre dollari). Nel "Latte factor" rientrano spese al bar, giornali, periodici, gomme e caramelle ed altre delizie. Al fattore cappuccino saranno dedicati parecchi post.

Inglese per economi: Thrift

Thrift: parsimonia. Termine molto di moda di questi giorni, ma che è stato una base della vita delle nostre nonne e dei nostri nonni. Parsimonia non significa NON spendere, ma spendere per ciò che è necessario, di qualità e che risponde alle nostre esigenze. Spendere con parsimonia ed oculatezza permette di risparmiare e di far girare comunque l'economia.

Primo capitolo: perché?

Perché ho deciso di aprire un blog di economia personale? Per la mia esperienza di laureata, lavoratrice a tempo indeterminato, che sarà magari bravissima sul lavoro, ma che si trova totalmente persa nelle pratiche quotidiane. Bollette, tasse, assicurazione auto? Sono qualcosa che nessuno a scuola (università, master... ) ci ha mai insegnato ad afrrontare. Cuocersi un pasto da soli? E quando mai? Organizzare una dispensa, un armadietto di medicinali, un guardaroba? E cosa sono? Ed alzi la mano chi legge l'estratto conto annuale della propria banca, e chi sa come è bilanciato il nostro portafoglio di investimenti (INVESTIMENTI???). Ad un certo punto ho detto basta, ed ho deciso che, se devo andare fallita, devo farlo in piena coscienza ed essere artefice delle mie azioni.
Quindi inizierò dalle basi, per percorrere la strada che da "superbambocciona" mi stanno portando alla piena autonomia, che, nella mente malata della sottoscritta, sarà l'andare a vivere da sola.

Economia personale: come avere tra i 25 ed i 40 anni e tentare di divenire adulti responsabili

Questo blog nasce da un'osservazione semplice: in Italia, il concetto di economia personale non è mai stato applicato in maniera organica. Da una concezione di economia domestica in cui il marito lavoratore dava alla moglie casalinga una busta paga da gestire, salvo non permetterle l'autonomia nelle spese importanti, si è passati ad un'irragionevole voglia di spendere, sostenuta dalla certezza che "qualcuno" avrebbe pensato agli eventuali problemi.

Solamente ora una generazione si sta rendendo conto che NESSUNO penserà ai nostri problemi di credito e NESSUNO potrà aiutarci se ci metteremo nei guai; se aggiungiamo il fatto che le nostre pensioni saranno contributive dovute a lavoro dipendente nel migliore dei casi, e da co.co. qualcosa nel peggiore... bhé, è ora di darci una mossa.

Di cosa tratterà questo blog? Sarà un allegro zibaldone di economia domestica, economia personale, consigli spiccioli ed hobbystica sensata; troverete riferimenti ad Ada Boni, a Petronilla, ai filmati educativi statunitensi degli anni quaranta e cinquanta, a libri letti ed esperimenti fatti. Spero che il lettore si diverta a leggerlo quanto io mi sto divertendo a scriverlo.