martedì 28 aprile 2009

La lettera parte seconda: la struttura

La seconda parte del nostro post sulla lettera inzia ad essere più specifica: curata l'estetica, andiamo a vedere il contenuto. Per prima cosa, stabiliamo cos'è una lettera: uno scambio di un messaggio tra un emittente e un ricevente. Affinché l'informazione sia intellegibile e venga recepita correttamente, bisogna usare un codice comune a tutti e due i soggetti. Tradotto in italiano corrente: voi dovete dire qualcosa ad un'altra persona. Per farvi capire, siate chiari e concisi. Prima di iniziare a scrivere, prendete nota dei punti chiave del vostro messaggio, per evitare di "perdere l'idea". Un buon testo, in generale, deve avere un'introduzione (o cappello), uno svolgimento e una chiusura. Nel nostro caso, l'introduzione sarà composta da:
  • Luogo e data
  • Intestazione del destinatario e del mittente
  • Oggetto
  • Prima parte della lettera
Il "cuore della lettera" esporrà invece il nocciolo della questione e la conclusione sarà formata da chiusura della lettera e saluti. Pronti? Bene, andiamo a svolgere il nostro temino!

Luogo e data; sembra facile... sappiate che è una delle parti della lettera che più attirano l'attenzione. Vi ricordate quando eravamo in prima elementare e datavamo i fogli del nostro quaderno? Esempio: Roma, 27 gennaio 1904 (eh sì, la mia età si vede tutta...). Se usate forme abbreviate (Roma, 25/01/1904 o Roma 27.01.1904) abbiate cura di usare lo stesso tipo di abbreviazioni per tutta la lettera (ad esempio, se nel testo appare un'altra data). Vi consiglio comunque di mettere la data per esteso, è molto più gradevole. Ora vi chiederete: ma dove va messa la data? E che credete di cavarvela con solo due post? Poveri illusi, ce ne sarà un terzo di puro sadismo postale.

Intestazione del destinatario e del mittente: PRIMA IL NOME E POI IL COGNOME, PRIMA IL NOME E POI IL COGNOME, sempre! Oooops, scusate, il mio attimo da Hannibal Lecter dell'italiano ha preso il sopravvento. Non c'è nulla di peggio di "Fantozzi ragionier Ugo" in un'intestazione (e figuriamoci in una firma). Non esagerate con i titoli, usateli se sono strettamente collegati al motivo della lettera (se scrivete ad un avvocato per questioni inerenti alla sua professione, possiamo tranquillamente intestare la lettera all'avvocato Azzeccagarbugli, se gli scriviamo in quanto affittuari di un suo appartamento, non è necessario). Aggiungiamo indirizzo, cap e città, ed ecco bell'e fatta l'intestazione.

Oggetto: non è indispensabile, ma è utile per chi riceve per inquadrare subito l'argomento del testo. Come scriverlo? Bhé, come ho fatto io con questo paragrafo penso vada bene!

Prima parte della lettera: ci mette in contatto con il ricevente e introduce in maniera un po'più articolata rispetto all'"Oggetto" la tematica. Diciamo che è un po' il riassunto del libro che troviamo in quarta di copertina, mentre l'oggetto è il titolo. Capite bene che, data la diffusa abitudine di giudicare un libro da questi due elementi, possiamo affermarne l'importanza. Sulle forme di esordio vi rimando al post sui contenuti, vi dico però che la prima parte della lettera non dovrebbe superare le 2/3 righe e deve essere separata dal corpo della lettera da uno spazio.

Il cuore della lettera
: espone con brevità, ma in maniera esauriente, il nostro messaggio. Siate chiari, ma concisi, non annoiate il lettore.


La chiusura della lettera
: ha lo scopo di cessare la comunicazione, lasciando però aperta la possibilità di un ulteriore contatto. Ha le stesse regole della prima parte (non più di 2/3 righe). Contiene due elementi di base: i saluti e la firma, su cui spiegheremo parecchie cosette.
Bene, questa è l'infarinatura. Il prossimo post sarà mooooolto più interessante. Andremo alle raffinatezze, suddivise ancora secondo questo schema.

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