martedì 13 marzo 2012

I prestiti per il credito al consumo. Dinamiche e sviluppi.

Ho gettato l'amo con un post. Il quesito era "Perché oramai vanno così di moda i prestiti di consolidamento?".

Ora voglio esporvi i miei due cent sull'argomento, e ci sarà da riflettere.

Vi ricordate le cambiali con cui Fantozzi paga il suo soggiorno a Capri? Si sono evolute. Fino a qualche anno fa le finanziarie per il credito al consumo favorivano in ogni modo l'acquisto a credito. Si pagava di meno con la finanziaria che mettendo i contanti (o la carta di credito, o il bancomat) in mano al negoziante al momento della transazione. Il gioco era abbastanza semplice: per 9 persone che pagavano regolarmente, una non lo faceva e le penali che doveva scontare facevano guadagnare alla società che prestava abbastanza da rendere gli altri acquisti vantaggiosissimi (spesso negoziante e finanziaria coincidevano, soprattutto se si comprava in grandi catene).

Con le prime avvisaglie della crisi, i cordoni della borsa si sono stretti ed il credito al consumo si è rivolto a chi aveva una busta paga o una pensione. Per la prima categoria, però, i tassi cambiavano a seconda del datore di lavoro, e venivano favoriti coloro i quali lavoravano nel settore pubblico. Il prestito passava spesso per una cessione del quinto. Cos'è una cessione del quinto? E'un particolare tipo di prestito in cui il prelievo viene fatto direttamente in busta paga, quindi dà alla finanziaria il vantaggio non da poco di essere sicura di avere i soldi, anche perché se il dipendente viene licenziato la società (o la banca) può rivalersi sul TFR.

Una chicca: se la cessione del quinto avviene sulla pensione, è quasi obbligatoria un'assicurazione sulla vita che permette alla società di recuperare il dovuto in caso di decesso del creditore.

Tutto questo fino ad un paio di anni fa era la norma. Oggi siamo arrivati alla perversione del prestito di consolidamento, cioé un prestito che incorpora tutte i prestiti di una persona, li chiude, e crea un nuovo prestito unico con rate più basse e durata allungata.
Invece di pagare 4 rate per un totale di 1000 euro (e magari avere l'ultima rata dell'ultimo prestito tra 5 anni), l'indebitato arriva ad avere una sola rata di 900 euro, e l'ultima rata tra 10 anni.

Questo meccanismo è molto conveniente nel caso di stipendio sicuro; ah, ovvio, conveniente per chi presta! Fidelizzare in questo modo una persona permette alla finanziaria (o alla finanziaria della banca, sia chiaro, Compass ad esempio è quella di Mediobanca-Che Banca!), di "spremere"a tempo indeterminato il cliente. Sono queste persone, quelle senza rischio, quelle con stipendio "sicuro", insomma, dipendenti pubblici (sempre di meno) e pensionati (sempre di più) che riescono, nei limiti delle loro entrate mensili, ad ottenere prestiti e prestiti di consolidamento.

Avete notizie o esperienze a riguardo?

2 commenti:

  1. Ho letto questo titolo

    http://economia.virgilio.it/soldi/sovraindebitamento-le-famiglie-potranno-salvarsi-anche-senza-accordo-col-creditore.html

    e ho pensato a te! :-)

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  2. Il quesito era "Perché oramai vanno così di moda i prestiti di consolidamento?"

    Ora che (forse) ho capito la domanda, rispondo.

    Situazione pre-crisi: ci sono persone che hanno prestiti che riescono agevolmente a pagare (perché risparmiano, perché le rate sono basse rispetto al reddito totale, ecc.); chiamiamole categoria A; ci sono poi persone che invece hanno difficoltà, però dato che erano tempi di vacche grasse non si facevano troppi problemi e anzi tendevano a fare nuovi prestiti (leggi: a vivere al di sopra delle proprie possibilità); chiamiamole categoria B.

    Situazione post-crisi: quelli di categoria A stringono la cinghia e continuano a poter pagare i prestiti/mutui. Alcuni di quelli di categoria B perdono il lavoro, o si trovano di fronte a una spesa improvvisa, e non essendo capaci di stringere la cinghia non riescono più a pagare le rate da -mettiamo- 1000 euro al mese.

    Arriva la banca e dice: consolidiamo! Invece di 1000 euro al mese per 5 anni ce ne puoi dare "solo" 600 per 20 anni.
    L'economo di categoria A a questa proposta farebbe una pernacchia e direbbe: ma mi prendi per scemo? Piuttosto campo a pasta al pomodoro per un anno, ma col fischio che quasi triplico la somma totale da pagare.
    Il vivo-alla-giornata di categoria B a questa proposta fa i salti di gioia: che bello, pago 600 euro invece di 1000! Che m'importa se per 20 anni anziché per 5, a me interessa che il prossimo mese potrò ancora vedere la partita della Juve su Sky e potrò ancora passare il weekend con la mia famigliola con la jeep.

    La banca ovviamente va da tutti i suoi debitori B e propone loro questo succoso affare (succoso per la banca), che molti di loro accettano volentieri e la frittata è fatta.

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