venerdì 22 gennaio 2010

Debito buono, debito cattivo

I nostri cuginetti europei e gli statunitensi hanno molti più debiti di noi, poiché, tra l'altro, sono affezionatissimi alle carte di credito. La loro attitudine al debito ha creato un concetto molto interessante: debito buono e debito cattivo. Nel mio tentativo di tradurre i concetti della finanza personale estera, vado testè a spiegare in cosa consiste questa dicotomia.

In sostanza, se si fa un debito per comperare qualcosa che perde immediatamente di valore, o il cui valore non ha potenziale di aumento, allora questo debito è cattivo.
Come diceva l'omino Bialetti: "Sì sì sì sembra facile....". In realtà bisogna avere un quadro più completo e complesso.

Il debito buono

Cosa crea o aumenta il valore? Le spese per l'istruzione (negli USA esistono gli student loans, per pagare i carissimi corsi di studio di oltreoceano), i mutui, i prestiti per l'impresa, ad esempio, e meglio è se possono essere dedotti dalle tasse.
Ovviamente questi sono esempi di massima che vanno presi con le molle ed analizzati. E'inutile prendere un diploma in una scuola di recupero sapendo che mai e poi mai sarà spendibile nel mondo del lavoro; un mutuo eccessivo e non ben studiato danneggerà il nostro budget in maniera inimmaginabile.

Il debito cattivo

Il peggior debito è quello che si fa per motivi futili e che ha tassi di interesse altissimo (un esempio? Le finanziarie delle catene di vendita di elettrodomestici e materiali Hi Tech). Una cosa su cui contano le finanziarie inoltre è che se si salta o si ritarda una rata spuntano le penali: ecco qui come perché fanno offertissime superagevolate per chi compra a rate, possono contare sul fatto che una certa percentuale non pagando pagherà multe molto alte.
Inoltre, si paga un interesse ogni mese, mentre l'oggetto acquistato perde valore commerciale; ad esempio, i vestiti perdono valore immediatamente (avete visto i prezzi su Ebay di capi anche molto pregiati?), quindi comperarli a rate è cattivo debito.
Inoltre se non si riesce a pagare un debito o una rata, si finisce segnalati nei data base delle finanziarie, con il risultato di non poter prendere più prestiti per un certo tempo. Se si ha bisogno di un prestito per un'evenienza seria, quindi, sono guai.

Un altro oggetto del desiderio pericolosissimo è l'auto, un grande status symbol italico: comperarla a rate può essere molto ingenuo, perché perde subito valore.
Come comportarsi con il debito quindi? La soluzione è semplice, ponderare sempre se si desidera comperare qualcosa e ponderare ancora di più se si desidera comperare a rate. Anche se le nostre banche sono meno generose di quelle statunitensi o del re dell'Europa, non facciamoci allettare dalle proposte delle finanziarie.

E come uscire dal debito se ci siamo dentro? Il seguito alla prossima puntata.

3 commenti:

  1. In linea di massima l'analisi che riporti è condivisibile.
    Ma "mi scappano" un paio di commenti.
    Non tutti abbiamo la stessa "propensione all'indebitamento".
    Conosco persone che non hanno mai fatto un solo debito in vita loro.... e quelli come me che spendono tutto quello che guadagnano (e di tanto in tanto anche quello che "guadagneranno") :-)
    In questo momento il costo connesso all'indebitamento è limitato.
    Se vuoi comprare la macchina, qualunque finanziaria ti praticherà dei tassi inferiori al 6%. Se la tua macchina ha 10 anni e fa 8 chilometri con un litro di benzina, magari non è una cattiva idea cambiarla con una che fa 18 chilometri con un litro di gasolio. Quello che spendi per la macchina nuova non lo spendi per il meccanico ed il benzinaio.
    Se non hai soldi da parte, 10.000 euro al taeg del 6% equivalgono in effetti a 300 euro all'anno di interesse (nell'ipotesi di un finanziamento con rata mensile). Sempre nell'ipotesi dell'auto i trecento euro all'anno li hai risparmiati (in costi di meccanica, di carburante e di revisione) in meno di tre mesi.
    Certo, se ti compri la Mercedes SLK 2.8 Kompressor Cabrio, il discorso cambia :-)
    Poi parliamo dei tuoi doveri primari.... vogliamo darla l'istruzione ai figli? :-)
    Per l'università ti "partono" 1300 euro all'anno solo di tasse, e devi aggiungere i libri, l'argent de poche e, se non abiti in una sede universitaria, anche l'appartamento perchè l'erede possa frequentare le lezioni.
    Bastano 800 euro al mese tra stanza, tasse, libri e due pasti caldi ogni giorno? Io credo di no....
    Se bastassero, sarebbero comunque 10.000 euro all'anno solo per il figlio che studia, quindi 30.000 euro di "spese di istruzione" per una laurea breve, che raddoppiano in caso di laurea specialistica.
    Mi sono mantenuto basso.... considerando che il figliolo spenda un totale di 10 euro al giorno per pranzo e cena. Dopo tre mesi di questo trattamento, secondo me comincia a leggere il libro di Pietro Maso :-(
    Peraltro la situazione di crisi attuale è tale che, anche con una laurea, è improbabile che il giovine virgulto riesca a trovare un lavoro in tempi brevi. Nella tua esposizione, e considerando che le probabilità di trovare lavoro sono comunque minime, un eventuale debito per pagare l'università ai figli dovrebbe essere considerato "debito cattivo".
    Ma tu.... te la senti di mandarli a fare gli idraulici anzichè i futuri primari di un ospedale? :-)
    Torniamo alla tua distinzione tra "debito buono" e "debito cattivo"... non ti pare che manchi la categoria "debito necessario"? :-)

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  2. Buona domenica Massimo, e benvenuto nel blog.
    Hai postato degli spunti di riflessione molto interessanti, posso fare un post su quanto hai scritto? E'il classico caso in cui tra teoria ammerecana e pratica italiana nascono conflitti.

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  3. Ci mancherebbe altro che tu non potessi postare su ciò che leggi! :-)
    Da parte mia vorrei solo dire che a suo tempo i miei genitori hanno fatto di tutto perchè io potessi studiare e perchè per il resto della mia vita io potessi lavorare in giacca e cravatta.
    Ma non posso nasconderti che il mio sogno sarebbe stato quello di fare l'elettricista! :-)

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