sabato 16 gennaio 2010

Perché le banche italiane (di norma) non capiscono nulla

All'Economa piace giocare con i conti bancari, giostrando i (magri) risparmi a seconda del tasso più conveniente.

In maggio, approfittando di un'offerta, ha fatto aprire un conto on line all'augusto genitore. L'offerta era allettante, un tasso molto alto per qualche mese, più una carta prepagata da 100 euro dopo sei mesi.

Avvicinandosi la scadenza dei sei mesi, l'Economa ha contattato la banca per sapere quando la carta sarebbe arrivata; la consulente del call center ha chiesto lumi al commerciale, perché sul conto del babbo non risultava la promozione, ma solamente il tasso agevolatissimo fino a metà 2010 (ben più di quanto sospettassimo).
Mi richiamano alle nove di sera scusandosi, e dicendo che la promozione non c'era sul conto, ma avrebbero chiamato il superiore per chiarire ulteriormente le cose entro una settimana.


Dopo due giorni (ieri) mi richiama la banca, nella persona del SUPERIORE (nelle banche italiche fisiche è il mitico direttore). Il SUPERIORE si scusa per l'accaduto e mi dice che, se a noi va bene, ci accrediterà l'importo della prepagata direttamente sul conto.
L'Economa ha esultato al telefono con il SUPERIORE, mio padre trasferirà altri fondi sul conto perché oltre ad essere conveniente ha del personale che lo ha trattato meglio di quello della sua banca fisica in cui si è servito per 30 anni con tanto di conto della sua attività produttiva.


Ora, non posso fare pubblicità alla banca, ma se mi vedete su un cartellone arancione cantando "Clint Eastwood" dei Gorillaz, sapete perché.

1 commento:

  1. Vorrei chiederti qualcosa in privato ma non vedo la tua mail. Me la mandi per favore?

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