lunedì 11 gennaio 2010

Aiutare gli altri in maniera concreta

A parte la mia cattiveria di fondo, sono una persona molto disponibile nell'aiuto al prossimo (a volte penso di esserlo troppo). Premetto che non sono il tipo che regala denaro ad una decina di associazioni benefiche sotto Natale (solamente a due, scelte accuratamente tra quelle che ritengo facciano un lavoro meritevole).

Tendo però ad offrire un aiuto meno sonante, ma altrettanto tangibile: condivido gli skills e la conoscenza. Non potete capire quante persone abbiano difficoltà a scrivere una richiesta, compilare un modulo, seguire una pratica burocratica semplice (figuriamoci poi se la pratica è complicata).

A volte saper scrivere una lettera o compilare un modulo (leggendo le parti scritte piccolepiccole per non fare errori) può portare più benefici per il prossimo che una banconota azzurra trasferita su un conto corrente. E allora? Allora diamoci da fare; parenti anziani, giovani studenti (ah, una lezione su una materia in cui eravamo "forti" regalata ad un ragazzino è più preziosa di 1000 ricariche telefoniche), genitori, amici: condividiamo ciò che sappiamo fare.

Io ho parlato di computer e burocrazia perché nella vita in quello mi arrangio, ma può essere un piccolo lavoro di sartoria, una riparazione ad un elettrodomestico, un consiglio di giardinaggio. Condividiamo il sapere e, se siamo bravi, insegnamolo.

E'una delle più utili lezioni che ho imparato nella mia esistenza. Come diceva Kennedy: "Non chiediamoci cosa lo Stato possa fare per noi, ma chiediamoci cosa noi possiamo fare per lo Stato". Tradotto: "Non chiediamoci cosa gli altri possano fare per noi, chiediamo cosa noi possiamo fare per gli altri".

Ah, ovviamente, purtroppo alcune persone tendono ad abusare degli altri: in questo caso, come si dice a Roma, "Una volta si imbroglia il Santaro".

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