mercoledì 30 settembre 2009

Petronilla, o, se preferite, Amalia Moretti Foggia

Uno dei più graziosi libri che abbia mai letto e riletto è "Mille lire al mese. Vita quotidiana nell'Italia fascista" di Gianfranco Vené. Purtroppo è stato pubblicato nel 1988 ed è di difficile reperibilità (assieme ai successivi "Coprifuoco" e "Vola colomba", che trattano della guerra civile in Italia e del boom economico), ma è una lettura consigliata a chiunque voglia capire un po'come vivevano i nostri nonni ottanta anni fa.

Grazie a questo libro ho conosciuto una signora di tanti anni fa, Amalia Moretti Foggia, i cui scritti sono una delle più preziose testimonianze sulla cucina e sui modi delle casalinghe degli anni venti e trenta. I suoi articoli apparivano sulla Domenica del Corriere e sono stati poi raccolti in alcuni volumi (ne ho acquistati alcuni sui siti di aste on line). Ma di cosa scriveva Amalia Moretti Foggia?

Bhé, era un po'schizofrenica nelle sue attività. Premetto che non le ho ancora messo il titolo che le spettava, dottoressa Amalia Moretti Foggia, perché la nostra casa scrittrice fu una delle prime donne in Italia a laurearsi in medicina e a lavorare sulle ambulanze di Milano. Una delle sue personalità letterarie era il dottor Amal, che dispensava consigli medici (mai e poi mai le lettrici avrebbero accettato una donna medico!). La seconda è di nostro interesse: Petronilla, la maga del focolare, uno stile letterario brillante ed inconfondibile.

A differenza di Ada Boni, la donna del "fate servire in tavola"(inno della vera e propria borghesia, che poteva permettersi la domestica, ma non la cuoca), Petronilla si rivolge alle piccoloborghesi, con consigli anche di galateo spicciolo per la servetta che diveniva domestica la domenica. Recupereremo qualcuna delle sue ricette, non solo per provarle, ma anche per riscoprire il suo delizioso stile.

Nessun commento:

Posta un commento