sabato 5 dicembre 2009

Un paese in ansia

Vi ricordate gli articoli sullo stare al passo con i Jones? Bene. Il Censis ha pubblicato un'attenta analisi economica sulla situazione italiana. Udite udite, avevo ragione. L'Italia "vive in ansia".

Perché? Perchè le persone non hanno cambiato mentalità, hanno tagliato le spese, ma hanno sperato che la crisi fosse qualcosa di passeggero, ed hanno mantenuto integre le strutture economiche che "una volta" erano alla base del sistema/Italia (banche piccole e legate al territorio, piccole e medie imprese, lavoro "nero" per integrare lo stipendio), quelle del cosiddetto "paesone". Non sono stati effettuati i cambiamenti che molti economisti ritengono necessari per far ripartire l'economia in Italia, in attesa che i settori traino dell'industria, soprattutto quelli legati all'acquisto da parte di paesi esteri, ricevessero nuovi ordini. Ordini che non stanno arrivando, anzi, alcune delle più prestigiose griffes del Made in Italy hanno chiuso i negozi all'estero. Gli italiani hanno retto con varie fonti di sostentamento (intaccando i risparmi, facendosi prestare soldi dai parenti o da banche, lavorando in nero...), senza, quindi, pensare ad una strategia durevole.
Il problema è che anche queste risorse sono al collasso e, per di più, sta finendo la Cassa integrazione per quelle persone la cui azienda è entrata in crisi nel 2007/2008. Stiamo in ansia, veramente. Aspettiamo il 2010 per vedere cosa succederà.

2 commenti:

  1. Eppure c'è anche una marea di gente che continua a spendere come se nulla fosse...
    Nel mio piccolo ho dovuto dire addio all'indipendenza faticosamente conquistata. Vivevo da sola da un anno e...ho dovuto tornare in famiglia. Purtroppo con DUE stipendi (part-time) non riuscivo a pagare affitto e spese, e vivere.

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  2. Purtroppo hai ragione, parlerò con calma di questo fenomeno e della rete familiare che spesso sostituisce il Welfare!

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